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01Cinquanta pazienti colpiti da ictus ischemico hanno ricevuto, al Villa Sofia di Palermo, un trattamento con trombolisi intravenosa nell’ultimo anno; più della metà di essi sono tornati a condurre una vita normale.

Al convegno “Emergenza Ictus – prevenzione e terapia dell’ictus ischemico” tenutosi sabato 8 novembre presso l’aula magna “M. Vignola” dell’Ospedale Cervello, gli operatori medico-sanitari della Sicilia a confronto per discutere le nuove tecniche di cura per l’ictus ischemico. Un evento che si presenta all’indomani della Giornata Mondiale dell’Ictus del 29 ottobre scorso, e che ha chiamato a raccolta, in Sicilia, anche gli specialisti più importanti nella lotta contro l’ictus celebrale, una delle principali cause di morte e disabilità nel mondo Industrializzato.

Un incontro importante, volto ad informare l’ambiente medico su quelle che sono le innovazioni poste in atto dalla scienza medica per la cura di un male, l’ictus, che non solo ad oggi può essere definitivo ‘prevedibile’ ma anche ‘curabile’, a patto che se ne conoscano tutte le manovre di intervento, che andranno effettuate tassativamente entro le prime ore dalla comparsa dei sintomi.

A questo proposito, cruciale è la presenza in Sicilia delle cosiddette ‘Stroke Unit’, ovvero di unità operative speciali messe al servizio dei pazienti che abbiano subìto un evento ischemico.
In questo reparto, presente all’interno del padiglione di Neurologia dell’Ospedale Villa Sofia di Palermo, si avvicendano medici neurologi, radiologi, cardiologi, che lavorano in concertazione insieme a infermieri, assistenti sociali e tecnici della riabilitazione e della logopedia.

Il futuro della medicina sta dunque tutto nel team-working, nella costruzione cioè di una rete di collaborazioni volte ad agire nell’immediato per la cura tempestiva, e, cosa altrettanto importante, a 360 gradi del paziente.
Velocità significa infatti sopravvivenza e maggiori e migliori possibilità di recupero post-intervento e post-malattia. Il reparto speciale di Villa Sofia viene oggi ritenuto un sito di III livello, ovvero di riferimento a livello regionale e nazionale.

300 sono i pazienti che ogni anno passano dalle mani del responsabile Antonio Gasparro, e la recente approvazione avviata in ben 15 Paesi europei, di applicare la terapia della trombolisi endovenosa anche ai pazienti che arrivino in ospedale entro 4 ore (anziché 3) dall’evento, consentirà a molte più persone, la possibilità di essere salvati da morte certa o grave handicap.

A Villa Sofia-Cervello, sono stati messi appunto anche interventi di trombectomia meccanica, volti ad asportare, mediante l’uso di cateteri endoarteriosi, i trombi che causano l’emorragia intracranica. E da quest’anno, la nota azienda ospedaliera di Palermo, parteciperà ad uno studio clinico nazionale sul perfezionamento della terapia con sonotrombolisi; obiettivo finale quello di migliorare l’effetto farmacologico dell’rt-Pa (attivatore del plasminogeno tissutale ricombinante), ovvero l’Alteplase.

Il farmaco di nuova generazione, che viene somministrato in fase di ictus acuto per sciogliere i coaguli nel minino tempo possibile e con il minimo delle conseguenze negative possibili, è utilizzato anche dalla Stroke Unit di Palermo; lo studio nazionale denominato “ULTRAS” avrà l’obiettivo di verificare se la sua efficacia potrà essere addirittura potenziata abbinandolo agli ultrasuoni.

Al convegno sono intervenuti anche i professori Danilo Toni, responsabile della Stroke Unit dell’Università La Sapienza di Roma e Salvatore Mangiafico, neuro-radiologo interventista dell’Azienda ospedaliera Careggi di Firenze.

Autore | Enrica Bartalotta