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La figura di don Pino Puglisi, ucciso dalla mafia per la sua opera di promozione civile e sociale, sarà raccontata dal teatro dei pupi siciliani. Con padre Puglisi il museo delle marionette inaugura il ciclo “Storie dell’antimafia” che dal 16 febbraio per due mesi vengono messe in scena dalla Compagnia marionettistica siciliana in collaborazione con l’associazione per la conservazione delle tradizioni popolari.

Padre Puglisi, parroco del quartiere di Brancaccio e beatificato dalla Chiesa, venne ucciso il 15 settembre 1993 dalla cosca di Giuseppe Graviano. Il sacerdote era così consapevole del pericolo a cui andava incontro che accolse i sicari con un sorriso. “Vi aspettavo”, riuscì a dire prima di essere colpito. La sua missione portata avanti a testa alta era vista dalla mafia come una minaccia alla sua egemonia criminale.

Pupi siciliani.

Pupi siciliani.

Nello spettacolo il regista Angelo Sicilia narra la semplicità e la forza del sacerdote e la sua coraggiosa ribellione, incastonandola nelle difficoltà di un quartiere di frontiera come Brancaccio. Con la compagnia marionettistica popolare siciliana Angelo Sicilia ha avviato un percorso di rinnovamento del teatro delle marionette e ha affiancato alle storie del repertorio cavalleresco le vicende di cronaca più recenti. È nato così il ciclo di un’opera dei pupi “antimafia”.

I protagonisti, oltre a padre Puglisi, sono Giuseppe Di Matteo il bambino sequestrato e sciolto nell’acido, Peppino Impastato, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Con le loro storie la forza espressiva dei pupi tradizionali viene messa al servizio di spettacoli di impegno civile.

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