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Una "mappatura" dei locali pubblici che potrebbero diventare bersaglio di atti di terrorismo. L’indicazione operativa fornita nei giorni successivi agli attentati di Parigi del novembre scorso è ormai in fase avanzata, praticamente terminata a Roma. Mentre le forze dell’ordine francesi trasmettono all’Italia un elenco di 14 persone collegate al kamikaze entrato in azione in Costa Azzurra, le indagini dell’Antiterrorismo si concentrano sui passaggi dei presunti complici nel nostro paese. 

Le ultime disposizioni sono state trasmesse dopo i numerosi attacchi in Francia e Germania ed evidenziano come "il target e il modo di operare dei terroristi è radicalmente cambiato, visto che l’attacco non viene sempre indirizzato verso obiettivi istituzionali o contro coloro che rappresentano lo Stato, ma rivolto ai luoghi di aggregazione delle persone. E questo anche tenendo conto che l’aggressione può essere proficuamente portata senza l’utilizzo di particolari mezzi di offesa e ottenendo un grande risalto mediatico che genera nei cittadini un diffuso senso di insicurezza". I video diffusi dall'Isis, non a caso, si inseriscono in questo contesto.

Per questo si è deciso di stilare l’elenco dettagliato dei locali, con le indicazioni relative agli ingressi, alle uscite di emergenza, alle vie di fuga. La questura di Roma ha ultimato il dossier, prevedendo piani di intervento ed evacuazione in caso di attacco. Sono state individuate tutte "le strade dove posizionare le pattuglie per la 'cinturazione dell’area' e le aree idonee all’eventuale atterraggio degli elicotteri". Una piantina aggiornata delle città che deve servire a segnalare tutti i punti che possono trasformarsi in una via di accesso privilegiata per chi ha intenzione di colpire e quindi essere interdetti alla circolazione, proprio come è già accaduto per via della Conciliazione.

Dopo la barbara uccisione di padre Jacques Hamel nella parrocchia di Saint-Etienne-de-Rouvray, i controlli in tutti i luoghi simbolo della cristianità sono stati intensificati, pur escludendo la possibilità di blindare chiese e conventi. È stato invece deciso di monitorare ulteriormente "i contesti di degrado urbano dove l’azione di uno straniero può trovare origine e sostegno". E dunque dovranno essere controllati e rimossi tutti gli insediamenti abusivi e si dovranno effettuare "bonifiche negli stabili abbandonati, i container e i tutti i luoghi dove potrebbe trovare rifugio chi ha deciso di sottrarsi ai circuiti del controllo e dell’identificazione".