Topazia Alliata, chi era la pittrice, scrittrice e gallerista siciliana, mamma di Dacia Maraini. Biografia: dove è nata, cosa ha fatto, dove e quando è morta. La vita privata, matrimonio con Fosco Maraini, figli. Dove e quando è morta.
Topazia Alliata
Topazia Alliata nacque a Palermo, il 5 settembre del 1913. Era figlia del principe Enrico Maria Alliata di Villafranca, membro di una nota famiglia aristocratica siciliana di origine toscana, gli Alliata, nonché proprietario dei vini “Corvo” e ultimo signore delle cantine di Casteldaccia.. La madre era l’aristocratica Oria Maria Amelia “Sonia” Ortúzar Ovalle de Olivares, figlia di un diplomatico cileno e da giovane promettente cantante lirica.
Crebbe in un ambiente familiare ricco di stimoli culturali e altolocato. Topazia, però, volendo rompere con quell’ambiente, decise di percorrere una strada diversa. Aderì da giovanissima a un movimento pittorico d’avanguardia ed espose quadri, facendo non poco scandalo tra la buona società palermitana dell’epoca.
Fu amica di Nino Franchina e Renato Guttuso, due artisti venuti dal popolo. Frequentò la Scuola Libera del nudo dell’Accademia di Belle Arti di Palermo. La famiglia aveva scelto per lei un conte inglese, ma Topazia Alliata preferì Fosco Maraini, allora sconosciuto intellettuale fiorentino, che sarebbe diventato uno dei più grandi antropologi del Novecento.
Si sposarono a Firenze nel 1935: marito e moglie si trasferirono, insieme alla primogenita Dacia Maraini (nata a Fiesole), in Giappone. A Sapporo nacque Yuki, per l’anagrafe italiano Luisa, nel 1939. Antonella, detta Toni, nacque invece a Tokyo nel 1941. La guerra coinvolse il Giappone, alleato dell’Italia fascista. In seguito ai fatti dell’8 settembre del 1943, gli italiani che non vollero aderire alla Repubblica Sociale Italiana, come Topazia e Fosco con la loro famiglia, furono internati in un campo di prigionia.
Il ritorno in Sicilia
Terminata la guerra, Topazia Alliata fece ritorno a Bagheria e con la famiglia si trasferì nel 1946 nella monumentale Villa Valguarnera. In quello stesso anno morì il padre e Topazia gli succedette alla guida delle cantine Corvo di Casteldaccia. Fu lei a creare il vino “Colomba platino”, ancora oggi prodotto.
Nella difficile Sicilia del dopoguerra, fece di tutto per risollevare le sorti dell’azienda, ma alla fine dovette venderla, nel 1959. Con lei finì la storia che aveva legato, per secoli, la famiglia Alliata alle cantine e nel 1961 avvenne il passaggio alla Regione Siciliana.
In quegli stessi anni Topazia fu vicina a Danilo Dolci, senza mai aderire ufficialmente ad alcuna corrente politica. Si separò da Fosco Maraini e, pur avendo smesso di dipingere, rimase in contatto con i suoi amici artisti. Organizzava eventi e mostre al Circolo della cultura di Palermo, cercando di portarvi figure di livello internazionale nel campo dell’arte e della scienza. Si trasferì a Roma.
A Roma aprì una galleria, nel quartiere di Trastevere, con il suo nome. Esponeva pittori all’avanguardia. Inaugurò con Andrea Cascella e presentò artisti giovani e giovanissimi, da tutto il mondo. Organizzò circa sessanta mostre in loco e curò altre importanti occasioni in gallerie italiane e internazionali. Costretta a chiudere nel 1964, continuò il suo lavoro di promozione e scoperta di artisti collaborando con altre gallerie d’arte a Roma, Napoli, in Germania, in Inghilterra. Partecipò alla fondazione del museo Guttuso di Bagheria.
Topazia Alliata morì a Roma, il 23 novembre del 2015, all’età di 102 anni. Il suo corpo è sepolto accanto a quelli del padre Enrico e della madre Amelia (detta Sonia), nel cimitero di Casteldaccia.