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Uccise il padre con dodici coltellate e, secondo quanto stabilito dai periti, era "capace di intendere e di volere". La 39enne Stefania Bologna è stata condannata a 15 anni di carcere per l'omicidio del padre Francesco, 70 anni, secondo lei colpevole di averle reso la vita impossibile. La vicenda è avvenuta a Carini, nel Palermitano, il 17 novembre del 2015. Nel corso di un tragico pomeriggio, la donna ha colpito il padre mortalmente con un coltello, dopo essere stata rimproverata per essere stata troppo tempo al computer. Secondo quanto ha raccontato, il padre avrebbe anche tentato di molestarla sessualmente.

L'omicidio, dunque, avrebbe per la figlia rappresentato l'eliminazione di un problema, cioè la figura del padre "orco". Gli avvocati della difesa (che hanno annunciato il ricorso in appello), si sono rivolti a dei consulenti che avrebbero riscontrato una semi infermità mentale. Stefania Bologna avrebbe nascoto un coltello sotto il cuscino, aspettando il momento migliore per colpire. Sulla base delle indagini, la Procura aveva chiesto per lei una condanna a 30 anni. Adesso si trova rinchiusa in un ospedale psichiatrico del Messinese.