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Una settimana senza reggiseno. È il curioso esperimento pensato e concretizzato da una donna, che poi ha fatto un resoconto su "Fanpage".

Giorno 1
Non posso negare che la sua assenza si fa sentire. Quando porti una terza non puoi certo essere a tuo agio mentre parli con le persone e passeggi per strada consapevole della libertà che porti addosso.

Giorno 2
Le ore passano e, se di notte ammetto di aver notato un certo vantaggio nel dormire senza reggiseno, di giorno proprio non riesco a non pensarci, devo trovare una soluzione per aggirare l'ostacolo. Opto quindi per l'utilizzo delle classiche canotte a spalla larga elasticizzate e aderenti con l'aggiunta di due dischetti struccanti ben posizionati per evitare l'effetto "capezzoli egocentrici" che non aiutano a limitare l'imbarazzo.

Giorno 3
L'idea di base è che sostenendo il nostro seno, questo indumento ci aiuti a contrastare la nemica di tutte le donna: la gravità. Poi però c'è chi invece dichiara che proprio la presenza del reggiseno impigrisca i nostri muscoli destinati quindi a rilassarsi con il risultato che ci ritroviamo con il seno sotto le ginocchia. Ammetto di essere una sostenitrice della prima ipotesi, motivo per cui ho sempre indossato il reggiseno, giorno e notte, però sono quasi a metà settimana e inizia a venirmi qualche dubbio.

Giorno 4
Non ho segni sul muscolo elevatore della spalla, quello che mantiene il nostro seno e su cui si poggia il reggipetto. Non ho segni lungo il sottoseno. Non ho prurito. Non ho mal di schiena. Inizio a pensare che girare senza reggiseno non sia poi così male.

Giorno 5
C'è un problema che sussiste… il "capezzolo egocentrico". Il problema è sempre lui perché la comodità è innegabile, ma è praticamente impossibile indossare una t-shirt aderente senza notare la sua presenza ingombrante che si palesa nei momenti più improbabili.

Giorno 6
Pensavo che durante il trekking avrei risentito molto dell'assenza del reggiseno, è così è stato. Certo non mi mancano i segni degli elastici o il dolore alla schiena, però manca la sensazione di libertà di movimento che il reggiseno assicura. Oggi non sono più tanto convinta che stare senza reggiseno sia comodo.

Giorno 7
Finalmente l'ultimo giorno è arrivato. Rifletto sulle ore trascorse e mi rendo conto che, per una settimana, mi è sembrato di stare in pigiama. L'abitudine a credere che la comodità sia da associarsi all'abbigliamento da casa o da influenza mi ha completamente traviata. Inoltre mi accorgo di avere una postura più curva, ingobbita, di aver vissuto più timidamente le relazioni con le persone e di aver cercato di nascondere il mio corpo per la maggiorparte del tempo. Posso solo immaginare il disagio che avrei provato a sperimentare questa settimana d'estate. La consapevolezza di non avere addosso il reggiseno mi ha impedito di stare con la schiena dritta per la paura che si potesse notare il grande assente. Per non parlare della convinzione che la gravità abbia agito indisturbata vista la latitanza del suo acerrimo nemico, il reggiseno. Insomma, per un attimo mi ero convinta a passare al lato oscuro del "burn your bra", ma alla fine credo che resterò con il mio amato reggiseno, o forse no.