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La ragazzina di appena 13 anni messa incinta da un collega del padre (leggi qui) è diventata madre. La storia è avvenuta a Mumbai, in India, dove la bambina è stata violentata. Scoperta la gravidanza solo alla 30esima settimana di gestazione, i genitori avevano chiesto l’autorizzazione per farla abortire: secondo le leggi indiane, si può interrompere la gravidanza solo entro la 20esima settimana e vengono concesse eccezioni solo se la vita della madre è in pericolo. L'autorizzazione, però, è arrivata solo pochi giorni fa, dunque troppo tardi.

La ragazzina era stata ricoverata in ospedale per i test clinici preliminari all'aborto ed è entrata in sala operatoria per procedere. Proprio durante l’intervento, l'equipe medica avrebbe stabilito che l'aborto avrebbe messo in pericolo anche la vita della giovanissima madre e per questo i medici avrebbero deciso di estrarre il nascituro vivo con un parto cesareo. Così alla 32esima settimana di gravidanza è nato un bambino di 1.7 chili, che ora si trova in rianimazione. Non si conoscono al momento le reazioni della ragazzina né dei suoi familiari. Secondo la legge, se il bambino sopravvivrà e sarà rifiutato verrà consegnato a un istituto statale.