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Le siciliane baffute simbolo della famiglia. L’identikit della donna siciliana esportato nel mondo è sempre stato convenzionalmente quello di una vecchia rugosa baffuta, dall’espressione arcigna e con uno scialle nero sulla testa, una connotazione che a molti potrebbe apparire negativa se considerata superficialmente. Perfino nelle vecchie enciclopedie cartacee alla voce donna siciliana, apparivano fotografie ingiallite di sinistre figure con un tamburello in mano, o nella migliore delle ipotesi immortalate in compagnia di un simpatico asinello addobbato a festa. E’ interessante notare come nel tempo, malgrado l’emancipazione globale femminile e l’evoluzione digitale, si sia mantenuta inalterata agli occhi del mondo quella immagine non particolarmente attraente ma "fiera" della donna siciliana. Una figura rotondetta e tarchiata, con il viso inaridito dal sole, marchio indelebile del duro lavoro nei campi, madre di almeno 8 figli, timorata di Dio e con gli immancabili baffi neri. Le nostre care progenitrici baffute, maestre di vita, donne forti e tenaci, capaci di altruismo ed abnegazione nei confronti della famiglia, madri esemplari, che ancora oggi ci insegnano il valore dell’impegno e della serietà, sono diventate un simbolo per la Sicilia, un’immagine senza tempo. Capita spesso nelle conversazioni di sentire intercalare un motto che dice: “Donna baffuta sempre piaciuta!”, e nel caso delle siciliane quei baffi simboleggiano davvero ben altre importanti qualità. Sono comunque certa che le nostre antenate baffute per quanto considerate non belle per i canoni estetici attuali, nella loro epoca hanno ugualmente affascinato e fatto palpitare il cuore dei loro spasimanti, estimatori di una bellezza più spontanea. Care progenitrici baffute, per noi siciliani siete tutte bellissime ed affascinanti, ed il profumo genuino delle vostre attenzioni mai abbandonerà il ricordo di quanti di noi hanno avuto il privilegio di conoscervi. Come dimenticare il calore del focolare domestico delle nostre nonne, il profumo del pane caldo, la merendina avvolta nel canovaccio, il pane fritto con lo zucchero, l’insalata dell’orto, la pasta fatta in casa, la festa della raccolta delle olive e della vendemmia, insomma, immagini indelebili e malinconiche che affolleranno per sempre i nostri ricordi. Care nonne baffute, in un mondo inesorabilmente cambiato, dove l’effimero apparire ha preso il posto della concreta quotidianità fatta di sacrificio ed amore, che la vostra austera immagine baffuta possa essere un emblema per le generazioni future, di quel valore tanto caro a tutti noi siciliani che è quello della famiglia.