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Francesco Prestia Lamberti, il ragazzino di appena 15 anni ucciso lunedì sera a Mileto, in provincia di Vibo Valentia (Calabria), è stato punito per colpa di un "mi piace" su Facebook. A freddarlo un quasi coetaneo, Alex Pititto, di un anno più giovane, che avrebbe sparato con la pistola detenuta legalmente dal nonno. Dopo la confessione del giovane, i carabinieri indagano sulla presenza di un presunto complice, anche in seguito alle dichiarazioni spontanee rese da un 19enne.

Tra Francesco e Alex ci sarebbe una ragazza contesa. Un'altra adolescente, alla quale la vittima aveva postato un commento sotto ad una foto su Facebook. Gesto che avrebbe convinto l'omicida a regolare i conti. Alex ha così dato appuntamento all'amico in un luogo isolato della zona, sparando all'amico per poi costituirsi e confessare. I due frequentavano la stessa compagnia e la stessa scuola.

Il racconto fornito ai carabinieri dall'omicida comunque non ha convinto del tutto le forze dell'ordine, in particolare sulla dinamica del delitto. Sul posto infatti non sono state trovate tracce né di collutazione né di spari. Una delle ipotesi è che l'uccisione possa essere avvenuta in un luogo diverso da quello in cui è stato rinvenuto il cadavere di Francesco. La procura non ha adottato provvedimenti nei confronti del 19enne che si è presentato dai carabinieri per rendere dichiarazioni spontanee. Il giovane è stato ascoltato dai magistrati e dai militari dell'arma a lungo; secondo quanto filtrato finora, il ragazzo potrebbe essere colui che ha accompagnato sul luogo del delitto vittima e assassino.

Gli investigatori indagano sulla pista di un complice e sulla dinamica dei fatti, visto che "Ciccio" è stato trovato con le mani in tasca, il che potrebbe escludere una rissa tra i rivali in amore. La famiglia di Alex è nota alle cronache. Il padre è considerato elemento di spicco di una cosca della 'ndrangheta vibonese e lo scorso gennaio era stato arrestato, con altri suoi figli, nell'ambito di un'inchiesta condotta dalla guardia di finanza riguardante un traffico internazionale di droga. L'operazione aveva portato al sequestro in Colombia di otto tonnellate di cocaina pronte per il mercato italiano.