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01Il 25 novembre si celebrerà la giornata mondiale contro la violenza sulle donne. In tutto il mondo verranno organizzate diverse iniziative a ricordo dei molti crimini commessi, spesso per gelosia.

Secondo l’Eures sono infatti 179 le donne uccise nel corso dello scorso anno, in Italia: 17 dopo una denuncia per stalking.
Da qualche mese è entrata in vigore anche nel nostro Paese la nota Convenzione di Istanbul del 2011, quella volta a prevenire e punire i crimini contro le donne; ma per ora, per quanto l’Italia sia stata una delle prime Nazioni a ratificarla, non è stato fatto ancora niente di concreto in questa direzione.

Sette delitti su dieci vengono compiuti in un contesto familiare, un risultato che nel 2013 è stato registrato con un aumento del 16%; dal 14 al 22% sono invece i comportamenti delittuosi che coinvolgono un amico, un vicino, un collega. Lo scorso anno, 51 donne sono morte per delitti compiuti a mani nude, il che va a confermare come la maggioranza dei reati commessi sia a sfondo passionale.

È infatti la gelosia il motivo fondamentale per cui un uomo arriva ad uccidere una donna, anche dopo che questa abbia sporto denuncia alle Forze di Polizia. Ciò significa che non ci sono ancora sufficienti misure di protezione messe a disposizione delle donne: ed ecco perché esiste una giornata per parlarne. Istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, nell’incontro del 17 dicembre 1999, per ricordare l’assassinio delle tre sorelle Mirabal, uccise il 25 novembre del 1960 per essersi opposte al regime di Rafael Leónidas Trujillo, dittatore dell’odierna Repubblica Dominicana, questa giornata è approdata, dal 2005, anche in Italia, allo scopo di sensibilizzare la popolazione e gli organi competenti su quello che rimane ancora da fare per la tutela delle donne.

Il primo passo da compiere rimane quello di potenziare le attività e la presenza sul territorio dei centri anti-violenza e di tutte le iniziative volte ad aiutare ed orientare le donne che abbiano subìto un abuso; ma sarebbe necessaria soprattutto, nel nostro Paese, una presenza più capillare delle Autorità competenti, con un nucleo speciale volto alla protezione delle donne.

Rifiuti, abbandoni, separazioni: all’origine dei 60 delitti commessi lo scorso anno solo nelle città del Nord a carico di persone di sesso femminile, ovvero 8 omicidi su 10.
Ma la situazione non sembra essere più rosea né al Centro o al Sud, e nemmeno nel resto del mondo, perché la gelosia non è un discorso di provenienza bensì culturale.

Secondo la World Health Organization più di un terzo delle donne nel mondo soffrono di abusi, la quasi totalità è rappresentata dalle casistiche perpetrate dal partner o dalla famiglia.
Questa sera a Forlì, grazie all’intervento dell’Assessorato alle Pari Opportunità del Comune, verrà riproposto l’evento ”#DIAMOVOCEALLEDONNE”, un dibattito contro la violenza e gli stereotipi di genere, mentre in Sicilia saranno due le manifestazioni più importanti messe in piedi per dire basta: a Palermo sarà in scena “RESPECT”; all’Arsenale della Marina Regia dalle 17:00 di oggi, sarà possibile assistere ad eventi artistico-culturali contro il pregiudizio e il sopruso. A Catania oltre ad un confronto messo appunto presso i locali dell’Ospedale Garibaldi Centro, nella mattinata di domani, si proverà a sensibilizzare gli enti e le istituzioni preposte, all’accettazione del cosiddetto “Codice Rosa”, un progetto di accoglienza dell’USL 9 di Grosseto, introdotto all’ASP di Ragusa dall’Assessore Regionale alla Salute Lucia Borsellino, nel marzo del 2014.

A Roma, per la giornata internazionale commemorativa del 25 novembre, l’Istituto di Sessuologia Clinica darà la possibilità alle donne italiane e straniere di ottenere informazioni, consulenza e supporto gratuito, chiamando i numeri 06 853 56 211 e 06 853 555 07 dalle 15:00 alle 19:00.

A Milano, nel giugno di quest’anno, è stato allestito, in via De Amicis, “il muro delle bambole”, un luogo atto a ricordare e rimproverare i casi di sofferenza inflitti alle donne; domani, al Muro andrà in pellegrinaggio la nota giornalista de “Il Fatto Quotidiano”, esperta in diritti civili e consigliere per la città di Milano, Rosaria Iardino; la Iardino è inoltre Presidente di “Donne in rete”, una onlus che si occupa di tutelare la salute fisica e psicologica delle donne.

Autore | Enrica Bartalotta