La Sicilia brilla nella guida 50 Top Italy 2026: il ristorante Duomo di Ciccio Sultano è quarto nella classifica nazionale, seguito da La Madia e Votavota. Un riconoscimento alla creatività, all’identità territoriale e all’eccellenza della cucina isolana.
Con tre eccellenze nella nuova classifica dei 50 Migliori Grandi Ristoranti d’Italia 2026 firmata da 50 Top Italy, la Sicilia conferma il suo ruolo centrale nell’alta cucina nazionale.
La classifica, svelata in vista del Gran Galà della Cucina Italiana del 15 dicembre a Milano, premia i ristoranti che meglio rappresentano l’equilibrio tra innovazione, territorio, tecnica e ospitalità. A spiccare sono tre nomi noti a chi ama la cucina di qualità: il Duomo di Ragusa guidato da Ciccio Sultano (4° posto), La Madia di Licata con Pino Cuttaia (21° posto) e Votavota di Marina di Ragusa di Giuseppe Causarano e Antonio Colombo (46° posto).
Un risultato che parla di una Sicilia moderna, concreta, radicata nella sua storia, ma capace di guardare lontano.
Duomo di Ciccio Sultano: un punto fermo della cucina italiana
Il ristorante Duomo di Ragusa Ibla è molto più di un locale: è un riferimento assoluto dell’alta gastronomia italiana. Non è una novità vederlo ai vertici, ma il quarto posto nella nuova guida ribadisce la solidità del progetto di Ciccio Sultano, oggi più che mai in una fase di piena maturità creativa.

L’ambiente è un perfetto connubio tra barocco contemporaneo e armonia visiva. La sala trasmette eleganza e calore, in piena sintonia con il centro storico che lo ospita, ma è in cucina che Sultano lascia il segno, proponendo piatti capaci di combinare memoria, tecnica e sapore con una profondità rara.
“La sua cucina ha raggiunto un equilibrio unico tra tecnica, espressività e leggibilità”, si legge nella guida. Il risultato? Una narrazione gastronomica in cui mare, agrumi, erbe e spezie mediterranee raccontano la Sicilia più autentica, con emozione ma senza manierismi.
Il menu degustazione evolve in continuazione, pur mantenendo saldi quei piatti che hanno fatto la storia del locale. Fondamentale la scelta delle materie prime, affidata a una filiera corta fatta di pescatori, allevatori e artigiani del territorio. Il servizio, preciso e professionale, completa un’esperienza che resta tra le più emozionanti del Paese.
La Madia di Pino Cuttaia: memoria e visione
Al 21° posto della guida troviamo La Madia di Licata (Agrigento), dove Pino Cuttaia continua a incantare con una cucina fatta di emozioni semplici, ma studiate con rigore.
Il rinnovamento della sala, essenziale e contemporanea, rispecchia la fase luminosa dello chef. Cuttaia, oggi più che mai, lavora “per sottrazione”, scegliendo pochi elementi ma significativi, coniugando memoria familiare e raffinatezza.

“La memoria resta il suo ingrediente irrinunciabile”, evidenzia 50 Top Italy. Ogni piatto parla di Sicilia, ma con una leggerezza nuova. Tre i percorsi degustazione, da 150 a 190 euro, che raccontano altrettante traiettorie gastronomiche: “L’Illusione”, “Il mare inaspettato” e “Scala dei Turchi”.
In estate, a emozionare è una semplice melanzana al forno, trattata come un carpaccio. È la sintesi perfetta della filosofia dello chef: sapori chiari, leggibilità immediata, equilibrio formale. Un ristorante che riesce a parlare a tutti, mantenendo standard elevatissimi.
Votavota a Marina di Ragusa: eleganza sul mare
A chiudere il trio siciliano della classifica, al 46° posto, c’è Votavota, un progetto che unisce territorio e sperimentazione in un ambiente raffinato, incastonato tra le spiagge sabbiose di Marina di Ragusa.

Qui, Giuseppe Causarano e Antonio Colombo — quest’ultimo anche talentuoso pasticcere — guidano un ristorante che è un omaggio all’identità marina e agricola della Sicilia sud-orientale. La cucina a vista lascia spazio alla trasparenza, mentre la proposta gastronomica stupisce per la combinazione tra materie prime di qualità (compreso l’orto di proprietà) e uno stile moderno, armonioso e creativo.
Dalla ricciola cruda con brodo di tonno affumicato, ai cappelletti di agnello con cicoria e fonduta di Ragusano DOP, fino alle perle di patate, ricci e spuma di bufala: ogni piatto è un racconto nitido, giocato su tecnica e freschezza. Due i menu degustazione, da 120 e 150 euro. Ottimo anche il lunch menu. La cantina è ricca, con numerose etichette disponibili anche al calice. Il servizio, attento e sorridente, contribuisce a rendere l’esperienza unica, rilassata e memorabile.
Una terra, tre chef, una visione condivisa
La presenza della Sicilia nella 50 Top Italy 2026 non è soltanto un riconoscimento prestigioso. È la conferma di un movimento gastronomico maturo, diffuso, identitario.
Se la Lombardia domina numericamente (con 11 ristoranti in classifica), l’isola dimostra che la qualità non ha bisogno di numeri, ma di visione. A Ragusa come a Licata, i grandi chef siciliani parlano al mondo partendo da ciò che conoscono meglio: la loro terra.
Ciccio Sultano, Pino Cuttaia, Giuseppe Causarano e Antonio Colombo rappresentano tre espressioni diverse della stessa ambizione: fare della Sicilia una delle capitali dell’enogastronomia europea.
