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Quando passerà il momento più difficile dell’emergenza Coronavirus? Le domande di questo tipo si moltiplicano, soprattutto in questi giorni ma, come è giusto che sia, gli esperti si mantengono cauti.

Giovanni Rezza, direttore del dipartimento di Malattie infettive dell’Istituto Superiore di Sanità, ha spiegato: “C’è tutto un fiorire di modelli matematici, talvolta semplicistici. Noi dobbiamo guardare i numeri reali e c’è una buona notizia: come avevo previsto in questi giorni vediamo i segnali dell’efficacia delle misure adottate. Dobbiamo tenere duro con queste misure molto rigorose fino a Pasqua, dopodiché possiamo iniziare a pensare a strategie di allentamento modulate e progressive”.

“Penso ad uno ‘stop and go’ sulla base delle rilevazioni, o a misure diverse in base ai territori. In tutti i casi – raccomanda – è fondamentale avere un monitoraggio attento di quel che accade sul territorio, con la ricerca attiva dei casi, e magari l’uso di app come in Corea. Il virus non sparisce all’improvviso, e non si può pensare a un ‘liberi tutti’ dopo Pasqua: fino a che non ci sarà un vaccino questo virus continuerà a circolare”.

Per quanto riguarda il picco, “abbiamo avuto quello di Codogno, ora forse ci siamo a Bergamo e Brescia, ma ancora non possiamo parlare a livello nazionale. Covid-19 in Italia è caratterizzata da tanti piccoli focolai che si accendono, e poi si spengono in seguito alle misure adottate. Non è immaginabile adesso una situazione con ‘casi zero’. Se le misure si allentassero – avverte – tornerebbe a galla la pandemia. Ecco perché è importante non abbassare la guardia, e studiare strategie per un allentamento modulato”..

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