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Polemiche sui social dopo un post pubblicato sulla pagina del Museo Archeologico Nazionale di Venezia, poi cancellato, che ha ironizzato sul telamone rialzato di Agrigento (tra l’altro, in poche ore, ha già determinato oltre 2mila visitatori in più nella Valle dei Templi rispetto allo scorso anno).

Tuttavia, l’eliminazione non ha spento il dispiacere per quanto riportato su Facebook, ripreso dal palermitano Francesco Ferla sulla sua pagina, con tanto di screenshot e testo di una mail inviata al Museo.

Il testo della lettera

“Ieri (3 febbraio, n.d.r) abbiamo letto il pessimo post della vostra pagina, e siamo rimasti stupefatti. Anche per i commenti goliardici del vostro gestore della pagina. Il post ridicolizzava il telamone del 480 a.C. del Tempio di Zeus di Akragas e lo metteva in una gara improbabile con una vostra opera.

Nessuno di noi ha mai pensato di paragonare uno dei nostri preziosissimi kouroi greci con la vostra statua romana. Le gare sul patrimonio artistico non ci interessano.

Stiamo parlando dell’area archeologica di Agrigento, una delle più importanti del mondo.
Il telamone irriso faceva parte del più grande tempio della grecità: forse occorrerebbe un po’ di rispetto.
Soprattutto dalla pagina di un museo archeologico. Ritengo che un Museo Nazionale debba mantenere un controllo anche formale della sua comunicazione. Certamente il Museo Archeologico di Venezia dispone di un Comitato scientifico.

Mi sarei aspettato eventualmente una critica tecnica su un restauro, un’opera, secondo i criteri che non possono essere quelli della gestione di un social network. Il social network non può creare tifoserie sulle opere d’arte, perchè l’efebo di Mozia appartiene ad un veneto come ad un siciliano. Ritengo inoltre che la gestione di un social non possa prescindere da criteri di professionalità, quando esprime un Museo Nazionale.

Forse dovreste rimodulare l’approccio dei vostri social media manager. Irridere il patrimonio artistico degli altri è divisivo, ed è culturalmente dannoso per tutti, perché se anche il tenore dello spazio istituzionale diventa goliardico, infantile, è la fine della cultura”.

La replica


Il Museo Archeologico Nazionale di Venezia ha motivato la cancellazione così: “Abbiamo tolto il post perché ne è stato travisato il senso (nonostante fosse stato spiegato che non c’era nessuna intenzione denigratoria) ed è stato usato a pretesto per una sciocca contrapposizione identitaria che non ci interessa alimentare”.