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Tre anni fa ha ucciso a pugnalate il compagno della madre, adesso sarà messo alla prova dal tribunale e per i prossimi tre anni dovrà completare gli studi e seguire un percorso di graduale e costante recupero e reinserimento. Questa è la decisione dei giudici di Genova, che hanno accolto la richiesta degli avvocati del giovane.

L'inchiesta ha fatto emergere che il ragazzo ha commesso il delitto perché terrorizzato. La vicenda è avvenuta in provincia di La Spezia. Il compagno della madre, un 44enne, era ubriaco al momento della morte e, prima di essere accoltellato, aveva sferrato un pugno al viso del quincicenne e datogli una testata. Poco prima, alla guida della sua automobile in stato di ebbrezza, l'uomo aveva cercato di travolgere il ragazzino, che era in sella alla sua bici lungo il viale d'accesso alla residenza di famiglia.

All'epoca il giovane frequentava la seconda media e fu bocciato, ma oggi è iscritto regolarmente al secondo anno di liceo. Il ragazzo aveva riconosciuto il fidanzato della madre, alla quale aveva raccontato l'accaduto. Quest'ultima lo aveva rimproverato e il 44enne aveva reagito aggredendo il ragazzino, colpendolo e stringendolo fino a spingerlo contro il lavabo.

Sarebbe stato a quel punto che avrebbe afferrato un coltello da un ceppo e avrebbe menato un paio di fendenti, raggiungendo il 44enne a una spalla e al petto. L'uomo è morto poco dopo dissanguato e il figlio della compagna è stato fermato dai carabinieri, con l'accusa di omicidio volontario.

Ora, a tre anni di distanza, malgrado la Procura abbia chiesto il giudizio, i giudici del tribunale dei minorenni di Genova hanno accolto la richiesta di messa alla prova e hanno sospeso l’udienza preliminare, in attesa che il giovane, oggi diciassettenne, concluda gli studi superiori e il percorso di reinserimento.