Il 29 giugno 1982 la mafia spezzò la vita di Antonino Burrafato, maresciallo della Polizia Penitenziaria, ucciso a Termini Imerese con cinque colpi di pistola.
Aveva scelto la legalità, senza compromessi, e quella scelta gli costò tutto. A 43 anni da quel giorno, la sua città lo ricorda con una cerimonia ufficiale e un progetto multimediale che parla al futuro.
Un siciliano vero, un uomo giusto
Antonino Burrafato nasce a Nicosia nel 1933, in una Sicilia dura e contadina. Fin da bambino alterna scuola e lavoro nei campi, poi da ragazzo diventa calzolaio. È un mestiere onesto, ma lui vuole di più: sogna stabilità, una famiglia, un futuro diverso.

Vince il concorso nella Polizia Penitenziaria, indossa con orgoglio l’uniforme e sposa Mimma, l’amore di una vita. Nel 1965 nasce Totò, il loro unico figlio. Antonino è un padre rigoroso e affettuoso, un uomo giusto, fiero di servire lo Stato.
Il 29 giugno 1982, in un clima carcerario sempre più teso, mentre si reca al lavoro cambia percorso per precauzione. Ma in piazza Sant’Antonio lo attendono i killer. Viene colpito con una lupara e una pistola. Morirà poco dopo in ospedale. Aveva solo 49 anni.
La commemorazione a Termini Imerese
Domenica 29 giugno, alle ore 11.00, il Cine Teatro Eden di Termini Imerese ospiterà l’evento in memoria di Burrafato. Alla cerimonia parteciperanno diverse autorità, tra cui il Sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro Delle Vedove, che porterà il saluto del Governo. Sarà un momento di riflessione pubblica su legalità, coraggio e memoria, valori che Antonino Burrafato ha incarnato fino all’ultimo giorno.
A custodire il ricordo del maresciallo è soprattutto il figlio, Totò Burrafato, ex sindaco di Termini Imerese. Le sue parole sono chiare e vibranti: “Non posso accettare che l’oblio uccida ancora una volta mio padre. Era un uomo perbene, un servitore dello Stato, e la sua unica colpa è stata quella di far rispettare la legge con coerenza, senza paura”.
Totò Burrafato ha fatto della memoria del padre una battaglia civile. Perché il ricordo non è solo un fatto privato, ma un atto pubblico di giustizia.
Un sito per non dimenticare
Durante la commemorazione sarà presentato il sito www.antoninoburrafato.it, un progetto digitale che raccoglie la storia di Antonino Burrafato attraverso video, documenti e testimonianze. È pensato per i giovani, con un linguaggio accessibile, moderno, vicino al loro mondo. Perché, come dice Totò Burrafato “La memoria deve vivere, non restare chiusa nei libri”.
Chi ha ordinato e compiuto l’omicidio di Antonino Burrafato è noto: Leoluca Bagarella, uno dei boss più feroci di Cosa nostra. Ma oggi, oltre al nome del mandante, conta soprattutto il significato di quella morte. Burrafato rappresenta la parte pulita della Sicilia, quella che non si piega, quella che sceglie lo Stato.
La campagna di comunicazione che accompagna l’evento è stata costruita con un chiaro obiettivo: arrivare a chi nel 1982 non era ancora nato. Usare i linguaggi digitali e social per rendere attuale una testimonianza che non deve andare perduta.
Cinque colpi di pistola hanno messo a tacere un uomo onesto, ma non la sua storia. E quella storia può ancora insegnare a scegliere. A capire da che parte stare.