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Athena OrchardTremila parole scritte in segreto prima di morire con un pennarello nero dietro il lungo specchio della camera da letto, per lasciare un messaggio di speranza e felicità ai genitori e ai fratellini. La storia di Athena, uccisa la settimana scorsa da un tumore a soli 13 anni, sta facendo il giro del mondo. E il messaggio di 3 mila parole, scoperto dai genitori dopo la morte della ragazzina e reso noto alla stampa, colpisce come un inno alla vita. “Forse non conta l’happy end, forse a contare è la storia”, scrive Athena. “Sii felice. Sii grato perché esisti”. Athena Orchard di New Parks, a Leicester, era stata colpita da un osteosarcoma a 12 anni: la malattia era arrivata poco prima del Natale scorso, e la bambina era stata sottoposta a un intervento di emergenza di 7 ore e mezza per rimuovere il tumore dalla spina dorsale. Mesi di chemioterapia per bersagliare il cancro le avevano fatto perdere la forza, ma non ne avevano fiaccato lo spirito: “La differenza tra ordinario e straordinario è un piccolo extra”, scrive dietro lo specchio. E ancora: “Ogni giorno è speciale così fai il più possibile. Potresti prenderti una malattia mortale domani, dunque dai il massimo ogni giorno. La vita è cattiva solo se tu la rendi cattiva”. “Ho iniziato a leggere, ma poi mi sono dovuto fermare. Era troppo, mi spezzava il cuore”, ha raccontato il padre Dean, 33 anni, al ‘Daily Mail’. “Ho visto tutte quelle parole, devono essere almeno 3 mila parole. E’ così toccante”. Nel suo messaggio ai suoi 9 tra fratellini e sorelline e ai genitori, Athena parla di felicità, vita piena e amore. “Sto aspettando d’innamorarmi di qualcuno a cui posso aprire il mio cuore”. Ma anche: “L’amore è raro, la vita è strana, niente è per sempre e la gente cambia”.  La sua storia ha commosso il Paese. “Sapevamo che Athena amava scrivere, era una parte di lei. La faceva felice”, ha detto la mamma Caroline, 37 anni, parlando di Athena come di “una ragazza bella e atletica, la persona più coraggiosa che io abbia mai conosciuto”. “Era sempre positiva, anche quando si trovava in ospedale si preoccupava per me, voleva essere sicura che avessi mangiato e mi diceva di non piangere”. Athena ha combattuto ma poi la malattia è stata più forte. “Ha lottato finchè ha potuto, ma alla fine era diventata troppo debole per uscire dal letto. Terremo questo specchio per sempre, leggere quelle parole – ha detto la mamma – ci fa sentire come se fosse ancora con noi. Aveva questo spirito incredibile”.

Peppe Caridi