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“Sono tanti ancora i ragazzi che subiscono discriminazioni, e non va bene”. A dirlo è Beppe Fiorello durante una puntata di Che Tempo Che Fa.Ospitato da Fabio Fazio, l’attore racconta del proprio film che arriverà nelle sale giovedì 23 marzo.

Beppe Fiorello, il suo primo film

Si chiama “Stranizza d’amuri” ed è il primo diretto da Beppe Fiorello, famosissimo attore e adesso regista che ha scelto una tematica abbastanza attuale ispirata a un fatto di cronaca avvenuto nel 1980 nella sua Sicilia.

A dire ciò è proprio Beppe Fiorello: “Il film parte da una storia vera ed è dedicato a due ragazzi di Giarre. Due ragazzi scomparsi, di cui si sapeva che avevano una storia d’amore, e che vennero ritrovati morti con le mani intrecciate e un bigliettino accanto che diceva: ‘Non ce la facciamo più, ce ne andiamo’. Si parlò di suicidio e di omicidio suicidio. Quando ho trovato quella storia mi sono messo da parte il ritaglio e ho aspettato di essere ‘più adulto’ per raccontarla. Volevo trovare il modo di raccontare una storia così intima, avvenuta nella provincia siciliana, ma di dargli un sapore universale”.

Il tema del film

Fabio Fazio afferma che il tema del film è anche il contrasto tra la naturalezza dei ragazzi che si innamorano e la grettezza dell’ambienta che li circonda, comprese le loro stesse famiglie. E infatti Beppe Fiorello conferma: “È anche una storia che racconta le famiglie, i padri, le madri. Esiste un bullismo che si consuma dentro le mura domestiche quando i ragazzi dichiarano la propria omosessualità e scatta un bullismo che rimane nascosto, contro cui nessuno può intervenire”.

“Sono orgoglioso. C’è una nuova generazione che denuncia”

Fiorello alla domanda se sia cambiata la situazione tra gli anni ’80 e adesso risponde: “Io sono molto orgoglioso dei giovani siciliani. C’è una nuova generazione che parla, denuncia, anche grazie alla tecnologia. Oggi bisogna combattere con questi giovani e io sono orgoglioso di essere siciliano. Il movimento per i diritti civili degli omosessuali è nato in Sicilia, non se ne parla mai. È successo un mese dopo il ritrovamento dei corpi dei ragazzi di Giarre: in quel momento, a Palermo è nata l’Arcigay e mi piacerebbe che questo film contribuisse a veicolare un’immagine diversa della mia terra, di cui si parla solo in relazione a mafia, machismo e malaffare. Io speravo di fare un film storico, una sorta di ‘come eravamo’, ma la realtà è che sono tanti ancora i ragazzi che subiscono discriminazioni, e non va bene”.

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