Basta pronunciarne il nome, per avere subito in mente una bella tavola imbandita. Il Buccellato siciliano è un simbolo di festa, di gioia e di convivialità. Siamo abituati a vederlo durante le feste e, soprattutto nel mese di dicembre, proprio non può mancare. Ma sapete di chi è il merito se oggi mangiamo il Cucciddatu?
Il nome di questo dolce deriva dal latino “buccellatum“, cioè “pane da trasformare in buccelli, piccoli bocconi“. La “buccina” era una tromba ricurva, usata dai legionari romani. Proprio per richiamare quella forma rotonda, si ricavò il termine “buccella” per chiamare un pane a ciambella che gli imperatori distribuivano al popolo.
Il Buccellatus, confezionato con acqua, semola o fiore di farina, veniva ampiamente utilizzato da naviganti, Panis Nauticus, e dai legionari, Panis Castrensis, sia perché poteva essere conservato a lungo sia perché facilmente trasportabile. Le forme si mettevano infatti come anelli in un bastone.
In occasione delle festività romane il Buccellatus venne poi abbellito con delle punte, intagliando la pasta in superficie che assumeva in tal modo un aspetto di una corona, Panis Coronarius. Con il tempo, il toponimo Buccellatus venne anche utilizzato per schernire il corpo di guardia degli imperatori Antonini, i Buccelarii, ovvero i mangiapane o buffoni (sinonimo di infedeltà e corruttibilità).
Si trattava, comunque, sempre di Panis siccus, non sempre gradito a tutti. Quando i gusti diventarono più raffinati, i Romani iniziarono ad associare il consumo del Buccellatus a frutti freschi o secchi, come i fichi, o al miele o al sale. Il tempo e la fantasia umana avrebbero fatto il resto.
Esiste anche un’altra interpretazione, legata al nome Cucciddatu. La parola, secondo alcuni, sarebbe molto simile allo spagnolo “cuchillo”, cioè “coltello”. Dato che si tratta di qualcosa che si taglia, potrebbe aver assunto quel nome “cuchillado”, cioè “cucciddatu”. Non esiste, tuttavia, un riscontro su questa origine. Una curiosità: con il nome di Cucciddato, in Sicilia, si chiama anche un tipo di pane a ciambella.
L’impasto era, in origine, realizzato tutto insieme. Si mettevano gli ingredienti sul piano di lavoro e si impastava tutto. Solo in seguito, quando le tecniche di pasticceria iniziarono a migliorare, si iniziarono a creare due impasti (esterno e ripieno). Alcuni studiosi, vista la presenza di scorze di agrumi, cedri e zuccata, e anche per la struttura, fanno risalire la ricetta al periodo arabo-normanno. Per altri, invece, è un dolce del periodo tardo-medievale, perché c’è la frutta secca.
Il Buccellato, inteso come dolce, unisce idealmente il Nord e il Sud dell’Italia. Non si consuma, infatti, solo in Sicilia, ma anche in Toscana. A Lucca, dove si menziona in un antichissimo documento, si richiama un processo del 1485. Al tempo con “buccellatus” si indicava una particolare varietà di pane dolce. Questo pane serviva ai vassalli per omaggiare il feudatario: “Nella patria mia e nei luoghi vicini a lei, chiamasi buccellati sorta di pane (…) in modo d’una ruota attorno ed aperto nel mezzo per sembrare un cerchio” (Scipione Ammirato, “Delle famiglie nobili napoletane”, XVI secolo).
Nel 1578, vista la loro popolarità, i dolcetti furono tassati con un’imposta di fabbricazione, per rimpinguare le casse dell’erario. Nella tradizione della Garfagnana, si confeziona un buccellato di grandi dimensioni per le Cresime. Non tutti lo sanno, ma in tante località d’Italia ci sono dolci analoghi.
In Friuli si trova il Perseghin; in Emilia Bussiarei; Bussolani in Veneto (al profumo di Grappa). In Sicilia è il principe delle festività natalizie. Il Buccellato Siciliano è composto da un impasto di pasta frolla, farcito da fichi secchi, uvetta, mandorle, scorze d’arancia o altri ingredienti che variano a seconda delle zone in cui viene preparato, poi chiusa e conformata a forma di ciambella.
Nel ripieno più tradizionale ci sono fichi secchi, frutta candita e anche pezzi di cioccolato. All’esterno si ricopre di glassa o zucchero a velo. Nella versione a ciambella, viene abbellito da frutta candita. Esiste anche in forma di “buccellatini“, singoli dolcetti. Si può dire che in Sicilia esistano infinite varianti di buccellati, più o meno decorati e più o meno artistici. In comune hanno la presenza di una frolla esterna e di un ripieno.
Ingredienti per la pasta frolla
Ingredienti per il ripieno
Procedimento
Buon appetito! – Foto.