Sei su Telegram? Ti piacciono le nostre notizie? Segui il canale di SiciliaFan! Iscriviti, cliccando qui!
UNISCITI

Chi era Calogero Vizzini: biografia di “Don Calò“. Dove è nato, cosa ha fatto, in quali fatti di cronaca è coinvolto. L’attentato di Villalba e il processo. Quando è morto.

Calogero Vizzini

Calogero Vizzini nacque a Villalba, in provincia di Caltanissetta, il 24 luglio del 1877. Il padre era un contadino e i suoi fratelli diventarono entrambi preti. A differenza di loro due, non completò le scuole elementari. Si unì al gruppo del bandito Francesco Paolo Varsalona. Nel 1902 venne arrestato e accusato di rapina, ma venne assolto per insufficienza di prove. Anche l’anno seguente venne assolto dall’accusa di associazione a delinquere. Nel 1904 venne rinvenuta la testa mozzata di Varsalona.

Qualche anno dopo, nel 1908, Vizzini acquisto una parte del feudo Belici e la locale cassa rurale. Divenne nel 1919 uno dei principali azionisti della solfara Gessolungo e anche della miniera Gibellini. Nel corso della prima guerra mondiale fece fortuna con furti di bestiamo che veniva rivenduto alla Commissione militare che requisiva cavalli e asini per esigenze belliche. Per questo venne denunciato al Tribunale militare di Palermo per frode, ma venne anche assolto per insufficienza di prove.

Nel 1922 Calogero Vizzini partecipò a riunioni a Roma e Londra in materia di sovvenzioni e tariffe governative, a fianco di nomi di rilievo. In seguito, nel 1931, venne inviato al confino a Chianciano per i suoi legami con la mafia e tornò nella sua terra nel 1937. Divenne sindaco di Villalba dopo lo sbarco degli Alleati in Sicilia. Nel 1972 la Commissione parlamentare antimafia acquisì un dispaccio, rimasto fino ad allora segreto e redatto nel 1944 da Alfred T. Nester, console generale statunitense a Palermo, indirizzato al segretario di Stato americano.

Calogero Vizzini

Calogero Vizzini

L’oggetto del rapporto era “Incontro dei capi della Mafia col generale Castellano e costituzione di un gruppo favorevole all’autonomia”: “Eccellenza, ho l’onore di riferire che il 18 novembre 1944 il generale Giuseppe Castellano, insieme a capi della Mafia tra cui Calogero Vizzini, ha avuto un colloquio con Virgilio Nasi, capo della notissima famiglia Nasi di Trapani, e gli ha chiesto di assumere la direzione di un movimento per l’autonomia siciliana sostenuta dalla Mafia. […] Come da me riferito nel dispaccio del 18 novembre 1944, i maggiori esponenti della Mafia si sono incontrati a Palermo […]”. In questo periodo Calogero Vizzini aderisce al Movimento Indipendentista Siciliano e partecipa nel 1943 al primo convegno regionale dei separatisti, a Catania.

Attentato di Villalba

Il nome di Vizzini sale alla ribalta nazionale nel 1944, per una tentata strage. Mentre nella piazza di Villalba si teneva un comizio di Girolamo Li Causi, esponente nazionale del PCI, un attentato messo in atto dagli uomini di Vizzini con colpi di pistola e il lancio di alcune bombe a mano provocò quattordici feriti, tra cui lo stesso Li Causi e l’attivista locale del PSI Michele Pantaleone, avversario storico di Vizzini. Il processo fu trasferito per legittima suspicione dalla Corte di Assise di Caltanissetta a quella di Cosenza.

Il processo andò avanti per quattordici anni: alla fine Vizzini venne condannato ma non scontò nessun giorno di carcere, perché ottenne la grazia dal Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi.

Gli ultimi anni di Calogero Vizzini

Per fronteggiare banditismo e rivolte dei contadini, nel 1945 Vizzini venne nominato gabellotto del feudo Micciché, con l’incarico di riscuotere i canoni d’affitto del feudo, che ammontavano a 7 milioni di lire all’anno. Nel 1948 Vizzini abbandonò la causa separatista. Era nel 1949 uno degli intestatari di una fabbrica di confetti e dolciumi a Palermo fondata da Lucky Luciano, che la intestò ad un cugino, la quale riuscì ad esportare confetti in Germania, Francia, Irlanda, Canada, Messico e Stati Uniti.

Nel 1950 il giornalista Indro Montanelli intervistò Calogero Vizzini per il Corriere della Sera: “Il fatto è che in ogni società, ci deve essere una categoria di persone che aggiustano le situazioni, quando si fanno complicate. In genere sono i funzionari dello Stato. Là dove lo Stato non c’è, o non ne ha la forza sufficiente, ci sono dei privati”, disse in quell’occasione al giornalista. Calogero Vizzini morì nel 1954, all’età di 76 anni.

Articoli correlati