Conoscere la Sicilia

Cannavàzzu: dallo strofinaccio all’insulto siciliano

Una parola siciliana da scoprire.

Certo che la lingua siciliana è davvero interessante. Alcune delle parole più famose, quelle tradizionali, hanno origini molto antiche e, soprattutto, possono essere impiegate in molti modi. Abbiamo già visto, ad esempio, i tanti significati di “tintu” e oggi vogliamo soffermarci su un altro termine che vi stupirà per la sua originale etimologia. Quel termine è cannavazzu. Il significato letterale è quello di strofinaccio ma, nell’uso comune, ha assunto un senso dispregiativo molto colorito, ai limiti dell’originalità. Si sa, in Sicilia ci piace proprio esprimerci in modi particolari. Così, se vi è mai capitato di sentire dire a qualcuno “Sì un cannavàzzu“, cioè “Sei un cannavazzo”, ecco, quel qualcuno è stato definito come una persona senza dignità. Diciamo che si tratta di una persona che non mantiene la parola o ha altri comportamenti poco corretti. Uno strofinaccio in senso figurato. Ma da dove è nato tutto questo? Ve lo diciamo subito.

Cannavazzu siciliano origine

La parola cannavazzu è un calco del latino basso “cannabàtium”e “canevàsium” (a sua volta da cannabis, canapa). Questa affinità morfologica e fonetica dei due termini (cioè quello siciliano e quello latino), è tale da ritenere solo parzialmente influente una mediazione del provenzale “canebàs”, del francese “canevas” o dello spagnolo “canamazo”. Questa parola è stata un po’ snobbata dall’italiano, ma non da altre lingue. La troviamo, infatti, nello spagnolo “canamazo”, nel francese “canevas” e nel provenzale “canebàs”. In siciliano si esiste un’espressione molto colorita: “bannera ri cannavazzu“, cioè “bandiera di stracci”, che si utilizza in modo dispregiativo, per descrivere chi cambia spesso o facilmente idea sulle cose. Si usa anche per parlare di chi non sa prendere una posizione decisa. Questo modo di dire siciliano si rifà all’italiano “voltabandiera“.

Redazione