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Cosa vedere a Cesarò.

  • In una posizione decisamente defilata, in parte sul versante settentrionale e in parte sul versante meridionale dei Monti Nebrodi, troviamo un piccolo comune della provincia di Messina.
  • Siamo nel tratto più suggestivo della dorsale di questi monti.
  • Il territorio è uno dei più remoti e isolati del Messinese, ma ha davvero molto da raccontare.

La Sicilia custodisce paesini che, nonostante la loro posizione geografica “appartata”, custodiscono secoli di storia e tradizioni. Questi luoghi hanno il fascino di ciò che è segreto e racchiudono quei ritmi lenti che tutti dovrebbero scoprire o riscoprire. Cesarò, in provincia di Messina, si estende in parte sul versante settentrionale e in parte sul versante meridionale dei Nebrodi. Proprio qui ricade un tratto estremamente suggestivo, con la vetta più alta della catena, il Monte Soro, e i laghi Biviere e Maulazzo. Sia la posizione geografica che l’altitudine, naturalmente, influiscono sul clima. Nel periodo invernale, le temperature sono basse e non manca la neve, ma nel periodo estivo sono molto piacevoli, grazie anche ai boschi. Si tratta di uno dei comuni più remoti e isolati del Messinese.

Un po’ di storia

È un centro di antica fondazione, ma non vi sono documenti che possano aiutare a ricostruirne le origini. Le scarse notizie storiche, consistenti in nomi di personaggi rilevanti e date, si infoltiscono a partire dal XVII secolo. Pare che il piccolo nucleo urbano esistesse da prima del XIII secolo, essendo stato in origine una probabile fortificazione araba. A quel periodo risalgono i primi nomi di baroni e duchi che ressero l’omonimo Comune feudale. L’origine del nome è incerta, ma la maggior parte dei filologi spiega la sua etimologia con la parola araba “kaer“, cioè “luogo fortificato“, che sarebbe poi evoluta in Kasr, Kasròn e quindi in Cesarò.

Cosa vedere e cosa mangiare

Il comune annovera tra i suoi edifici il Palazzo Zito, un tempo residenza dell’omonima famiglia e dal 2009 aperta, dopo un restauro, in qualità di casa – museo. Contiene ancora affreschi, arredi e pavimenti originali ed è l’unico palazzo di notevole dimensioni ubicato in paese. Interessanti anche la quattrocentesca chiesa Madre della Madonna Assunta, la chiesa di San Calogero, che ospita il fercolo del Santo Patrono, e le chiese di Sant’Antonio da Padova, della Madonna delle Grazie e della Madonna del Rosario.

Alla base dell’enogastronomia vi è la tradizione contadina: la cucina locale fa uso di pochi ingredienti facilmente reperibili, cucinati in modo semplice ma spesso arricchiti da aromi e spezie per esaltarne il sapore. Nei giorni di festa i maccheroni fatti in casa si condiscono con sugo di pomodoro e carne di maiale o di castrato e si spolverano con ricotta salata grattugiata. La ricotta è solo uno dei tanti prodotti tipici caseari cesaresi, insieme a provole, tuma, canestrato e pecorini. Le carni bovine, ovine e suine, sono semplicemente arrostite alla brace e aromatizzate con aglio, origano, limone. Famose le verdure come gli asparagi selvatici che conservano il sapore dei boschi e dei prati. Il pane, ancora oggi preparato in casa col lievito naturale e cotto nel forno a legna, ha il sapore della tradizione. Più fantasiosi ed elaborati sono i dolci a base di mandorle, nocciole e pistacchi. Tra i più tipici ci sono quelli del periodo pasquale.

Foto: Giuseppe Famiani

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