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Claudio Gioè: “Sono tornato in Sicilia per riavere la dimensione locale. Non sono sui social, sono distruttivi”

Claudio Gioè si è raccontato in un’intervista rilasciata al magazine “Oggi“. L’attore palermitano è tornato nelle scorse settimane in tv con la terza stagione di Màkari, una fiction Rai molto amata che mescola commedia e giallo, e valorizza molti luoghi della Sicilia occidentale ancora poco visti sul piccolo schermo.

Proprio come il personaggio che interpreta, Saverio Lamanna, Gioè ha fatto ritorno in Sicilia, dopo 30 anni di vita a Roma: “Mi mancava il mare. E volevo riguadagnare una dimensione più locale. (…). Roma mi ha dato tantissimo, ma qui avevo lasciato dei piaceri in sospeso. Guardare certi cieli, godermi i tramonti. Restituire delle cose ai miei genitori”, ha detto.

Quindi ha aggiunto: “Sono arrivato a Roma a 18 anni col sogno di recitare: per due o tre anni ho solo studiato, mi hanno mantenuto loro. Ora è il momento di ricambiare, e di recuperare certe ritualità, come il pranzo della domenica da mia nonna Mariella, che a 99 anni mi fa ancora dei pranzetti strepitosi“.

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Claudio Gioè

Parlando dalle pagine di “Oggi“, spiega che sa di aver fatto la scelta giusta quando si ritrova “steso sulla sabbia calda di un martedì settembrino” o ogni volta che mangia “la pasta coi broccoli arriminati di mia madre”. L’intervista ha dato modo a Claudio Gioè di parlare anche di un argomento molto attuale, i social network.

Perché Claudio Gioè non è sui social?

L’attore ha scelto di non essere presente sui social e ha spiegato perché: “ne ho compreso subito il potenziale distruttivo, ho ceduto solo a WhatsApp. Se la soglia di attenzione dei ragazzi è di 6-8 secondi, non riusciranno mai ad avere pensieri e relazioni profondi. La cultura e l’amore hanno bisogno di concentrazione. Per un adolescente di oggi, tre ore di Shakespeare a teatro significano solo una cosa: stare tre ore disconnesso, una tortura. I social ci vogliono solo abili a “scrollare” e a comprare. Temo diventeremo come in certe vignette evoluzionistiche, col pollice gigantesco e il cervello grande come una nocciolina”.

Redazione