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Lonely Planet torna in Sicilia. L’autorevole guida di viaggi ha dedicato ampio spazio a un itinerario gastronomico che attraversa l’isola da costa a costa. Non solo paesaggi e archeologia: qui il cibo è la vera chiave d’accesso all’anima del territorio. Il risultato è una selezione di cosa mangiare e cosa bere in Sicilia.

Dalle trattorie alle bancarelle dei mercati, passando per dolcerie storiche e cantine sull’Etna, ogni angolo dell’isola offre esperienze che raccontano la storia e l’identità di un popolo. In Sicilia: mangiare è un gesto quotidiano che unisce cultura, stagioni e memoria collettiva.

La tavola della tradizione: ingredienti e identità

La cucina siciliana è frutto di un incontro millenario. Dominazioni arabe, normanne e spagnole hanno lasciato un’eredità fatta di spezie, frutta secca, tecniche di cottura e accostamenti inaspettati. E oggi, di fronte al cambiamento climatico, agricoltori e cuochi riscoprono e danno risalto a coltivazioni antiche per dare nuova linfa alla tradizione.

Lonely Planet sottolinea l’importanza delle trattorie Slow Food, custodi di piatti legati al territorio. A Catania, la pasta alla Norma esalta melanzane fritte, ricotta salata e basilico fresco. A Palermo, la pasta con le sarde mescola pesce azzurro, finocchietto selvatico, pinoli e uvetta. A Messina, l’agghiotta di pesce spada regala un’intensa armonia di sapori mediterranei.

Dolci icone, dalla cassata alla frutta martorana

Tra le eccellenze siciliane più celebrate da Lonely Planet c’è la pasticceria. Le “minne di vergine”, torte simboliche con glassa e ciliegia, sono definite “seducenti”. Seguono le celebri cassate, i cannoli e la frutta martorana dalle forme perfette. Ogni dolce racconta la ricchezza culturale e l’artigianalità di un’isola che ha fatto della golosità un’arte.

Un’isola per tutti i gusti

A Trapani, crocevia di rotte mediterranee, la tradizione araba rivive nel couscous di pesce, simbolo di incontro tra culture. Il brodo, ricco di spezie come zafferano e peperoncino, abbraccia frutti di mare e semola, creando un piatto che unisce Africa e Sicilia in ogni forchettata.

Lonely Planet non può che celebrare il cibo di strada palermitano, tra i più rinomati al mondo. Il pani ca meusa, a base di frattaglie fritte, conquista per intensità. Le stigghiole, interiora avvolte attorno a cipollotti e arrostite, sono un rituale urbano. Un gusto forte e autentico, per veri intenditori.

Le arancine racchiudono in una sfera di riso tutto il sapore dell’isola: carne, formaggio, verdure, salumi, c’è solo l’imbarazzo della scelta, per un’icona gastronomica esportata in tutto il mondo, ma che solo in Sicilia svela il suo vero sapore. Durante l’estate, la granita è molto più di una dolce pausa: è un rituale mattutino. Da Palermo a Catania, la si accompagna con brioche calda.

La Sicilia è la seconda regione vinicola d’Italia e, come evidenziato da Lonely Planet, offre una produzione autoctona di altissimo livello. Tra i protagonisti: Nero d’Avola, Grillo, Frappato e il prestigioso Cerasuolo di Vittoria, unica DOCG dell’isola. Da non perdere le degustazioni nelle cantine dell’Etna o nei bagli di Marsala.

Nelle isole Eolie, il gusto incontra l’essenza del Mediterraneo. I protagonisti sono tonno, vongole, fritture miste, ma anche fichi, capperi e vini passiti come la Malvasia, capace di chiudere un pasto con note morbide e aromatiche.

Chi non mangia carne trova in Sicilia un paradiso di piatti vegetariani. La caponata, il pane cunzato, la pasta alla trapanese con pesto di mandorle sono esempi perfetti. I vegani devono prestare più attenzione, soprattutto nei dolci, dove si utilizzano burro o strutto. Tuttavia, precisa in conclusione Lonely Planet, alcune pasticcerie moderne propongono alternative a base di olio vegetale, senza rinunciare al gusto. Foto: Depositphotos.com.

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