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E' nero, parla internazionale ed è antico: cosa è? Il suo nome è conosciuto il tutto il mondo, a qualsiasi latitudine e longitudine, e qualunque sia la lingua con cui viene nominato rimane comunque la bevanda più globale in assoluto, dopo l'acqua, oltre che la più antica: è il caffè. Che si chiami coffee o cafè, la cosa più bella è la parola caffè è riconoscibile ovunque ci troviamo nel mondo. Per gli inglese è coffee, negli Usa è american coffee, per i finlandesi è Kahvi, in svedese kaffe, per i francesi è Café, in Greco è καφέ, nella lingua Afrikaans è Koffie, in spagnolo è il café, in tedesco kaffee, per arrivare all'hindi KOFI, all'olandese Koffie fino al portoghese Cafè, e così via.

Quando fu scoperto nessuno lo sa. Alcune leggende ne fanno risalire le origini al 500 dopo Cristo, in Etiopia, dove un pastore notò che le sue capre, dopo aver mangiato alcune bacche, la notte erano particolarmente agitate. Volle provare anche lui e scoprì che quelle bacche erano davvero buone.

Anche sull'origine della parola non vi è unanimità di opinioni: alcuni studiosi la individuano nel termine arabo "qahwa", nome dato a una bevanda prodotta con il succo di alcuni semi. Dalla parola araba "qahwa" si passò alla turca "qahwe'", diventata "caffè". Altri studiosi, invece, sostengono che la parola deriva dalla regione di Caffa. Di certo si sa questo: le prime coltivazioni furono avviate in Yemen e Etiopia, e il caffè arrivò in Europa passando dall' Olanda e da Venezia, dove le prime botteghe del caffè comparvero nella prima metà del 1600. Nel 1720 a Venezia venne inaugurato quello che è considerato il primo Caffè in Italia, il Caffè "Florian" (dal nome del suo fondatore, Floriano Francesconi, che lo aprì con il nome "Alla Venezia Trionfale", subito ribattezzato dai veneziani in "Florian"). 

Dalle sue origini ai nostri giorni il caffè è diventato abitudine quotidiana del genere umano: lungo, ristretto, macchiato, black, strong,  americano, decaffeinato, shakerato, freddo, alla turca, alla napoletana.

Intorno a quel chicco nero si sono prodotte fortune globali e ruotano interessi milionari: dopo il petrolio, il caffè rappresenta la materia prima più esportata in termini di valore. Nello stesso tempo è l'unica fonte di reddito per almeno 20 milioni di persone. Ogni giorno si spendono nel mondo qualcosa come 174 milioni di dollari in caffè. Il maggior produttore mondiale è il Brasile, seguono il Vietnam e la Colombia. L'Italia – secondo i dati Comitato Italiano Caffè – rappresenta il 4/o Paese al mondo per l'export di caffè torrefatto, 3,2 milioni di sacchi, equivalenti a 186 milioni di kg di caffè verde. Il primo Paese è la Germania, quindi Belgio e Stati Uniti. 

Secondo l'Ico (International Coffee Organization, dati 2015) mentre la produzione a livello globale nel 2014 ha registrato un calo (-3,2%), il consumo ha registrato un aumento (+1,8% rispetto all'anno precedente): nel 2014 sono stati prodotti 142 milioni di sacchi da 60 kg  e ne sono stati consumati 149 milioni. Il mercato italiano è uno dei settori industriali più vivaci: oltre 700 torrefazioni e 7.000 addetti, per un giro d'affari di 3,1 miliardi di euro, di cui circa 1 destinato all'esportazione. 

L'Italia importa caffè verde soprattutto da Brasile, Vietnam, India, Uganda e Indonesia. Poi, dopo averlo sottoposto al processo di torrefazione, lo esporta per il 70% in Europa (Francia, Germania, Austria), poi negli Usa, in Australia e in Russia. Tre i porti italiani "specializzati" in questa merce: Trieste, Genova e Savona, che da soli assorbono il 60% dei traffici. 

Il caffè sarà uno dei protagonisti dell'Expo 2015. Proprio durante l'esposizione universale, il 30 settembre e il primo ottobre all'Expo si terrà il primo Coffee Global Forum, una riunione a cui parteciperanno una quarantina di Paesi, e fra questi l'Italia avrà un ruolo chiave, in quatro paese trasformatore della materia prima. Nel cluster del caffè all'Expo saranno in mostra le piantagioni di caffè, le fasi di lavorazione, dalla pianta alla tazzina, il rapporto con arte e cultura, e le storie dei Paesi che lo coltivano e lo consumano.