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Eraclea Minoa, in provincia di Agrigento, è una località tanto piccola, quanto ricca di storia e di attrattive. Per questo motivo, oggi scopriremo cosa vedere ad Eraclea Minoa e perché rappresenta qualcosa di unico nel suo genere.

La nascita di Eraclea Minoa

La cittadina sorse sulla riva sinistra del fiume Halycos, (l’odierno Platani), nel pressi di Capo Bianco, quindi dove sfocia a mare. Fu edificata dai cretesi, intorno al II millennio a.C. Ancora oggi, il toponimo è quello della città greca, che si ergeva su una rupe. Anticamente si chiamava soltanto Minoa e solo in tarda età greca venne aggiunto quel “Eraclea“.

Erodoto cita Minoa come colonia di Selinunte. La città venne poi occupata da Eurileonte, condottiero spartano, dopo la distruzione di Eraclea (una cittadina greca alle pendici del Monte Cofano). A Minoa, quindi, arrivarono i sopravvissuti della vecchia Eraclea, così la località prese il nome di Eraclea Minoa.

Nel V secolo a.C., nel corso della guerra tra Cartaginesi e Greci in Sicilia, la cittadina fu presa dai Cartaginesi, che vi crearono una base militare, quindi fu conquistata da Pirro, nel 277 a.C., per poi finire in mano ai Romani. Nel I secolo d.C., dilaniata dalle guerre, era pressoché disabitata.

La storia di Eraclea Minoa si intreccia con il mito e questo contribuisce ad accrescere il suo fascino.

La leggenda di Minosse

Secondo leggenda, infatti, il re cretese Minosse avrebbe inseguito fin qui Dedalo, per ucciderlo. Dedalo, architetto del celebre Labirinto, aveva aiutata Arianna e Teseo a fuggire dal Minotauro e si era rifugiato in Sicilia, alla corte di Kòkalos, re dei Sicani.

Minosse, dunque, giunse in Sicilia per farsi consegnare dedalo. Kòkalos lo accolse, fingendo di volerlo accontentare. Il sovrano sicano, però, con l’aiuto delle figlie, fece soffocare Minosse nelle acque bollenti dei bagni termali. Così le spoglie di Minosse sarebbero state tumulate in quella che poi prese il nome di Minoa.

Seguì un duro scontro tra i Sicani e l’esercito di Minosse. Alla fine venne edificato un tempio di pacificazione, in onore delle Due Dee, le cosiddette Meteres, a Engyon, una località che si può identificare con l’odierna Gangi.

Le spoglie del sovrano cretese, dunque, sarebbero rimaste in Sicilia. Si narra che proprio ad Eraclea Minoa, tra il 488 e il 473 a.C., Terone, tiranno di Siracusa, avrebbe ritrovato la tomba di Minosse, quindi avrebbe restituito le ossa ai cretesi.

Cosa vedere ad Eraclea Minoa

Molto interessante è, indubbiamente, l’area archeologica. Gli scavi vennero intrapresi in maniera sistematica a partire dal 1950.

La città viene considerata tipica per comprendere l’urbanistica delle città ellenistiche e romane. Di grande interesse sono: il Teatro, costruito alla fine del V secolo a.C., che si apre con la cavea, divisa in nove settori a dieci gradoni, verso il Mediterraneo; il quartiere delle abitazioni ellenistiche e romane con impianto urbanistico ad “insulae”, separate da strade parallele; l’Antiquarium, che raccoglie una selezione di reperti ceramici e statuette votive provenienti dall’abitato e dalla necropoli.

Sono in parte visibili anche i resti della cinta muraria della città, costruita tra la fine del VI e la fine del IV secolo a.C., della lunghezza stimata di circa 6 chilometri. A nord-est delle mura si riconoscono ancora otto torri quadrate.

In estate, rappresenta una meta irrinunciabile la grande spiaggia di Eraclea Minoa, un mix di mare cristallino e storia, circondato dal verde.

Foto Wikipedia

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