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Foca Monaca Lampedusa: il ritorno nel mare siciliano.

  • Un singolare avvistamento nelle acque dell’Isola Siciliana.
  • I lampedusani la chiamano “bue marino” e con lei hanno un legame antico.
  • Un tempo, qui era di casa, ma dagli anni Sessanta si era estinta.

Una sorpresa, che in realtà è più un ritorno, nel mare siciliano. Il ritorno della Foca Monaca a Lampedusa è stato accolto con grande entusiasmo. “È un evento eccezionale che da un lato emoziona e allo stesso tempo ci conferma come la nostra isola ed il nostro mare continuano ad essere una meraviglia della natura”: questo il commento del sindaco, Totò Martello. I lampedusani la chiamano “Vòio Marinu“, cioè “bue marino“. Il nome non è dei più dolci, però racconta benissimo il legame tra l’isola e il mammifero. Un tempo, in queste acque cristalline che sfiorano spiagge da favola, gli esemplari erano tanti. Negli anni Sessanta, purtroppo, è avvenuta l’inarrestabile estinzione dalle nostre acque.

Con questo nuovo avvistamento è avvenuto un bel salto nel passato. Nel 1832 il botanico Giovanni Gussone scriveva: “nelle grotte della costa vi soggiornano i vitelli marini”. Nel 1843 il capitano di fregata Bernardo Sanvisente, nel suo rapporto, annotava che a Lampedusa “le foche, dette volgarmente vitelli marini, riposano nelle grotte nella parte di levante”. E non solo. Lampedusa è anche la casa delle tartarughe Caretta Caretta. È anche un punto di passaggio di delfini e, in alcuni periodi delle balene. Il ritorno della Foca Monaca è un segnale positivo e, si sa: di questi tempi c’è n’è bisogno, di segnali positivi.

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