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Il Museo Salinas di Palermo, oltre ai preziosi reperti che racchiude al suo interno, ospita anche due fontane. Queste adornano i chiostri di quella che un tempo fu la Casa all’Olivella dei Padri Filippini di Palermo, divenuta in seguito Museo Archeologico Regionale. La fontana più grande, ospitata nel chiostro maggiore, è il risultato di un assemblaggio di piccole statue in marmo, di autore ignoto.

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L’altra, più piccola, è quella che vedete in foto. È al centro del chiostro minore e riproduce un Glauco che suona la buccina. Si tratta di un’opera scultorea di pregevole fattura e di alto valore iconografico (la storia del mitico pescatore della Beozia, infatti, insieme alla presenza della conchiglia e dei delfini, rimanda all’eterna vicenda di morte e rinascita universale).

La statua del Glauco, definito Tritone, apparteneva a una delle fontane del giardino pensile che intorno al 1600 venne piantumato sul piano del baluardo di San Pietro al Palazzo Reale di Palermo. Dopo il 1750 il bastione perse la sua importanza come struttura difensiva e divenne un elegante giardino alla francese, arricchito da un parterre di viali ortogonali e dalla presenza di fontane.

In seguito allo sconvolgimento del giardino a causa dei moti rivoluzionari del 1848, la statua venne ricoverata presso le scuderie reali e nel 1879 venne concessa in via definitiva dalla Real Casa al Museo Nazionale di Palermo, grazie alla tenacia del suo direttore Antonino Salinas.

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