La Sicilia è anzitutto un meraviglioso paradiso naturale, pieno di luoghi ricchi di fascino, più o meno conosciuti. Siamo soliti sentire parlare delle bellezze architettoniche e artistiche, ma oggi vogliamo concentrarci su qualcosa di diverso.

Si tratta di coste scolpite dal vento e paradisi immersi nel verde: ecco 5 meravigle naturali della Sicilia che non si possono non conoscere. Mettetevi alla prova per scoprire quante ne avete già visitato!

1. Scala dei Turchi: non potevamo che iniziare da lei, la più bianca, che si trova a Realmonte (provincia di Agrigento). Un fantastico contrasto cromatico tra il mare cristallino e la pietra e un panorama mozzafiato: (almeno) una gita è obbligatoria. 

2. Necropoli di Pantalica: si tratta di una testimonianza della storia e di uno spettacolo della natura incredibile. Non per niente è stata inserita nella World Heritage List dell'UNESCO. Sentieri, grotte e caverne fanno fa cornice naturale a oltre 5.000 tombe scavate nella roccia. La necropoli è all'interno della Riserva naturale orientata Pantalica, Valle dell'Anapo e Torrente Cava Grande.

3. Riserva natutale orientata Laghetti di Marinello: è stata istituita nel 1998 e si estende per oltre 400 ettari. L'area lagunale di Marinello ha subito molte variazioni morfologiche nel corso del tempo, che ne hanno modificato la costa, creando i caratteristici laghetti salmastri del litorale. Un panorama davvero unico e molto particolare. 

4. Stagnone di Marsala: anche in questo caso, ci troviamo in una Riserva naturale regionale, creata nel 1984. Lo Stagnone è una laguna, la più vasta della Sicilia, ed è caratterizzata da acque basse. In seguito ai movimenti della sabbia si è formata l'Isola Grande, intorno a due originari isolotti. Il panorama, già inconfondibile, è completato dalle saline e dai tipici mulini a vento, che contribuiscono a rendere tutto ancora più spettacolare. 

5. Cavagrande del Cassibile: la Riserva naturale di Cavagrande del Casivile interessa una vasta area, ricadente nei comuni di Avola, Noto e Siracusa . Qui l'altopiano assume aspetti molto suggestivi per la presenza di profonde fratture, chiamate 'cave' che ne solcano i bordi. Si tratta di canyon prodotti dall'erosione dei corsi d'acqua che ancora scorrono sul fondo. La natura incontra la storia: nelle pareti sono state scavate 8.000 tombe rupestri del tipo a grotticella, risalenti al X e IX secolo a.C. 

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(Foto 5: Benedetto Puglisi)