Parla in siciliano l'innovativo tessuto ricavato dagli avanzi e dai sottoprodotti dell'industria degli agrumi (quello che in gergo si chiama "pastazzo" d'arance). Si tratta di un materiale tessile che non soltanto è sostenibile, ma ha anche effetti benefici sulla pelle: nelle fibre sono state infatti inserite delle microcapsule con oli essenziali di agrumi e vitamina C a lento rilascio.

Il progetto si chiama Orange Fiber e dietro ci sono due giovani catanesi, Adriana Santanocito ed Enrica Arena: la prima è esperta in nuovi materiali e tecnologie per la moda, la seconda ha una laurea in Cooperazione internazionale. Sono state coinquiline a Milano ed hanno poi sviluppato questo progetto in collaborazione con il dipartimento di Chimica dei materiali del Politecnico lombardo.

La loro idea ha ricevuto numerosi consensi a livello internazionale: le due siciliane sono state insignite del premio Gaetano Marzotto e sono sbarcate anche a Wall Street. La loro start up si è classificata tra le migliori italiane ai Macchianera Italian Awards.

Il progetto di Adriana ed Enrica ha preso forma, diventando una solida realtà, che parte dalla Sicilia, dove si raccolgono e trasformano gli scarti di agrumi. In Spagna viene eseguita la filatura, e a Como viene realizzato il tessuto, filato con seta.