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CALTANISSETTA – La Corte d'Assise di Caltanissetta ha condannato all'ergastolo Vincenzo Scudera, 58 anni, perché ritenuto colpevole dell'omicidio della moglie Rosaria Palmieri, avvenuto 29 anni fa. La donna, all'epoca dei fatti, aveva 22 anni ed era madre di un bambino di 6 anni: il corpo non venne mai trovato. 

Scudera, ritenuto affiliato agli stiddari del clan Riggio di Riesi, si era trasferito a Pesaro e denunciò la scomparsa della moglie come allontanamento volontario. Sullo sfondo della vicenda ci sarebbe una storia passionale: si scoprì, infatti, che l'uomo aveva intrecciato una relazione sentimentale con la cugina della coniuge e, di fatto, dopo otto mesi dalla scomparsa di Rosaria Palmeri, i due andarono a vivere insieme per poi sposarsi.

La donna, prima di essere uccisa, avrebbe scoperto la relazione, grazie ad una lettera che la cugina inviò al suo amante, all'epoca in carcere, e ad una collana, trovata nelle tasche del marito, che pensava fosse destinata a lei, ma che poi vide addosso alla cugina. Il marito parlò ai tempi di una fuga della moglie con un inesistente amante e garantì (mentendo) alla madre e ai familiari di averne denunciato la scomparsa.

A far riaprire il caso è stato il figlio della coppia, Liborio, cui la nonna confidò lo sfogo della sorella dell'assassino e le dichiarazioni rese da alcuni collaboratori di giustizia. Tre anni fa, il figlio, oggi 33enne, ha chiesto la dichiarazione della morte presunta della madre.

Foto: La Sicilia