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Giarre, cosa vedere nella città che si trova a metà strada tra Taormina e Catania, sul versante orientale dell’Etna. Un luogo ricco dal punto di vista artistico, naturale e culturale. La sua posizione strategica la rende una meta ideale per le vacanze in Sicilia, poiché consente di raggiungere tante località interessanti. Tutto il meglio di Giarre: per cosa è famosa, la sua storia e le informazioni utili.

Giarre

In siciliano la chiamano Giarri, nel dialetto locale è Giari. Per alcuni anni assunse anche il nome di Ionia. Il suo territorio rientra nella città metropolitana di Catania e i suoi abitanti sono i giarresi (giarroti in lingua siciliana).

Giarre, che si trova a metà strada tra Catania e Taormina, forma un importante polo urbano con la vicina Riposto, alla quale fu unita per alcuni anni, assumendo anche il nome di “Ionia“. La conurbazione tra i due centri, senza soluzione di continuità, si estende dal mare fino ai piedi del vulcano.

La sua posizione è ventilata e panoramica e offre una bella vista della Valle del Bove, entro la quale si riversano la maggior parte delle colate laviche del versante orientale dell’Etna. Il territorio è stato sempre risparmiato dal vulcano in epoca storica, anche se la colata del 1928, che investì la vicina Mascali, giunse alle porte della frazione giarrese di Santa Maria la Strada.

Il territorio di Giarre si sviluppa tra una fertile piana costiera e le prime propaggini dell’Etna. È attraversato dal torrente Macchia, unico corso d’acqua rilevante. Nel territorio comunale rientra un’enclave, la frazione Tagliaborse, che appartiene al comune di Mascali.

Storia

Si ritiene che, in epoca antichissima, qui sorgesse la città di Kallipolis, fondata dai calcidesi nel VII secolo a.C. e distrutta nel 403 a.C. a opera di Dionisio I. Sebbene non esista una fonte certa della corrispondenza tra Kallipolis e la cittadina jonica, si segnala il rinvenimento di tracce di una fattoria romana e di manufatti fittili e monete di epoca greco-siceliota e romana.

Sono presenti diversi siti archeologici di scavo, che collocano l’ubicazione dell’antico sito tra le frazioni di San Giovanni Montebello e Santa Maria la Strada.

Secondo tradizione, in questi luoghi ci sarebbero stati sia un altro insediamento greco, noto come Kalkis e posteriore a Kallipolis, che un insediamento romano, cioè Bidium (va comunque precisato che è ancora aperta la disputa sull’ubicazione di tali insediamenti nel comune di Mascali. A Giarre centro, nel tempo, sono stati trovati materiali fittili e monete greche e romane.

All’ingresso nord della città si segnala la presenza del pozzo Ruggero I, risalente all’anno 1081, attiguo al santuario della Madonna della Strada. Altre tracce, inoltre, fanno pensare che potesse esserci nello stesso periodo un discreto nucleo abitativo.

Nel corso dei secoli il centro cittadino ha subito più di uno stravolgimento. Il primo risale alla fine del Settecento, con la costruzione del tempio di Sant’Isidoro Agricola al posto dell’antica chiesa suffraganea. Il secondo, che portò all’abbattimento dell’antica torre in stile gotico a lato della chiesa di Sant’Agata e Sant’Isidoro. Il terzo, a partire dalla metà del XIX secolo, con la creazione dell’attuale piazza Duomo, che eliminò le case più antiche di Giarre.

Quando è nata Giarre?

L’attuale Giarre è nata nel XVI secolo come borgata in seno alla Contea di Mascali. Il nome, di origine araba, significa “contenitori di terracotta”. Grazie alle concessioni di terreni coltivabili, crebbe e venne popolata, soprattutto da acesi e messinesi. Lo sviluppo fu rapido, anche per lo spostamento a valle dell’antica via consolare, avvenuto in seguito al terremoto del Val di Noto, nel 1693. Divenne così un punto di passaggio obbligato per i viaggiatori che si spostavano tra Catania e Messina.

Il centro abitato, nel 1815, ottenne l’autonomia da Mascali, insieme a Riposto, Torre Archirafi, Macchia, San Giovanni Montebello, Dagala del Re, Sant’Alfio, Milio e altri centri minori. Alcuni, in seguito, si costituirono in entità amministrative autonome. Con un decreto del 1939, in epoca fascista, i comuni di Giarre e Riposto vennero fusi: assunsero prima il nome “Giarre-Riposto“, poi quello di Ionia. Un decreto del 1945 ripristinò la precedente situazione, dividendoli nuovamente.

Cosa vedere a Giarre

Chiese ed edifici religiosi

La città ha una posizione strategica ai piedi dell’Etna, tra Catania e Taormina. Vi sono tanti monumenti, chiese, piazze e luoghi di interesse. Di particolare rilevanza è il Duomo di San Isidoro Agricola, in stile neoclassico, con la facciata in pietra bianca di Comiso. All’interno vi sono colonne e capitelli, oltre alla statua del Santo Patrono e diverse tele.

La Chiesa dell’Oratorio di San Filippo Neri è l’unico esempio di barocchetto siciliano della provincia di Catania. Al suo interno vi sono diversi dipinti di grande interesse. La Chiesa di Sant’Antonio alla Badia (o della Presentazione al Tempio) risale alla seconda metà dell’Ottocento. La Chiesa di Gesù lavoratore, nel quartiere Jungo custodisce un crocifisso del Settecento e un fonte battesimale in pietra lavica. Altre chiese interessanti sono la Chiesa del Carmine, il Santuario Santa Maria la Strada (fuori dal centro) e la Chiesa di Maria SS. delle Grazie.

Palazzi e altri luoghi da visitare

Nel centro storico di Giarre ci si imbatte in vie e vicoli in basolato lavico. Tra i monumenti da visitare ci sono la Fontana del Nettuno, costruita nel Novecento, che raffigura Nettuno con il tridente in mano, che domina gli ippocampi e il pozzo Ruggero. Tra i palazzi, molti interessante il Palazzo Bonaventura, con una facciata in stile Liberty, realizzato nel 1927 su progetto dell’architetto Giovanni Aiello.

Vi sono anche diversi musei in città: Museo del Presepio, Museo degli Usi e Costumi delle Genti dell’Etna, Museo Etneo delle Migrazioni, Museo-Teatro dell’Opera dei Pupi.

Radicepura, il parco botanico a Giarre

Nel territorio di Giarre (frazione di San Leonardello) si trova il parco botanico Radicepura. È frutto di un progetto ambizioso, che colloca al centro del mediterraneo un centro di eccellenza del florovivaismo mondiale, nonché uno dei più importanti centri di raccolta del germoplasma.

Si sviluppa per più di 5 ettari, con oltre 3.000 specie vegetali per un totale di 7.000 varietà di piante: cespugli, fiori, alberi, palme rare, piante medicinali e aromatiche che creano un vero e proprio archivio vivente di sperimentazione e formazione. La famiglia Faro ha dato vita a questo prezioso forziere naturalistico donando a Radicepura la sua collezione privata.

Foto di Simone Tinella – Own work, CC BY-SA 4.0.

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