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Rhian, un'infermiera britannica di 30 anni madre di due bambini, non ha retto al mobbing sul posto di lavoro e si è suicidata. Ogni giorno lavorava con pazienti psichiatrici e i turni di notte erano molto frequenti. La tragedia si è verificata nel Galles del Sud. Adesso i giudici vogliono capire se all'origine dell'estremo gesto ci siano delle responsabilità penali. 

Dopo le prime crisi la giovane aveva anche tentato di reagire dedicandosi al miglioramento del proprio aspetto: aveva cominciato a prendere pillole e a seguire una dieta per dimagrire, andava in palestra anche quattro volte al giorno in rapide sedute, era diventata attentissima a ogni minimo dettaglio della propria forma fisica. Un'attenzione che aveva finito per rasentare l'ossessione.

Di contro, però, la sua serenità latitava. Già un mese prima di togliersi la vita appariva esausta e distrutta emotivamente. Rhian era stata trovata impiccata in casa sua a marzo dopo che per diverse ore non aveva risposto alla porta né al telefono. Visto che in passato aveva parlato di suicidio, la famiglia aveva iniziato a preoccuparsi.

La polizia, che aveva inutilmente tentato di rintracciare il fidanzato David, chiamò un fabbro per forzare l'ingresso: fu solo in quel momento che tutti capirono che quelli di Rhian non erano discorsi campati in aria, ma intenzioni concrete. Per lei non c'era più nulla da fare.