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"In questo modo non posso più andare avanti": un imprenditore di 40 anni della provincia di Torino ha deciso di suicidarsi per problemi economici. L'uomo ha scritto una lettera alla moglie e alle due figlie, di 11 e 5 anni, prima di spararsi alla testa. Si è sentito "tradito" dal suo lavoro, aveva troppi debiti. Faceva l'artigiano edile, il muratore, unico socio di una piccola azienda individuale che ultimamente era rimasta senza commesse.

"Eppure a me diceva di avere tanto lavoro", dichiara adesso affranta la madre. "Se aveva dei debiti non me ne ha parlato, lo avrei aiutato", aggiunge la donna. Si è sparato mentre era solo in casa con la pistola del padre, ex guardiaparco ed ex cacciatore che aveva sempre tenuto armi in casa. La vittima sapeva dove trovarle.

Mentre i carabinieri indagano, la madre assicura: "Mio figlio non aveva grilli per la testa, non giocava, non sprecava denaro. Se aveva dei debiti deve aver avuto dei gravi problemi al lavoro". I militari hanno sentito la moglie 32enne e alcune delle imprese a cui l'uomo aveva offerto le sue competenze di artigiano negli ultimi mesi per ricostruire il quadro della sua attività e le sue eventuali difficoltà economiche.