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La deputata britannica laburista Jo Cox, 42 anni, è morta ieri, giovedì 16 giugno, dopo essere stata aggredita a Birstall, vicino a Leeds, in Inghilterra, da un uomo di 52 anni che l’ha accoltellata, prima di spararle più volte e prenderla a calci. Cox è morta in ospedale a causa delle gravi ferite riportate. Il killer, Thomas Mair (nella foto appena sotto), sarebbe sostenitore dei neonazisti Usa. L'attivista per la permanenza della Gran Bretagna nell'Unione Europea era stata minacciata, ma la polizia non l'aveva protetta. 

Nel 1999 Mair comprò da Alleanza Nazionale, l'organizzazione neonazista Usa, un manuale con istruzioni su come costruire una pistola. Le notizie si basano sulle fatture di acquisto. Per Southern Poverty Law Center, Mair era "un impegnato sostenitore" di National Alliance, un movimento politico razzista e antisemita, seguito da 2500 simpatizzanti, che risulta aver cessato le attività nel 2013.

Spuntano anche sospetti di un legame fra Mair e un gruppo suprematista bianco, visceralmente ostile all'Europa e simpatizzante del vecchio apartheid sudafricano. Ne scrive oggi l'Independent. Il gruppo in questione si chiama Springbok Club e Mair risulta citato nel database della rivista online che esso pubblica, la Springbok Cyber Newsletter, fin da 10 anni fa.

Mair, al di là di questi (presunti) controversi legami, viene descritto dai suoi vicini come una "persona solitaria" di cui si sapeva poco, ma che non era mai sembrata aggressiva. In molti lo conoscevano solo di vista o per i consigli di botanica che dava ogni tanto. Uno dei suoi due fratelli ha detto che faceva volontariato in una scuola della zona e lui stesso, in un’intervista a un giornale locale, aveva parlato positivamente del suo lavoro come volontario e di come lo avesse aiutato "più delle medicine e della psicoterapia".

Jo Cox si era laureata all’università di Cambridge nel 1995. Prima di diventare deputata nel 2015 aveva lavorato come dirigente nell’organizzazione non governativa Oxfam, che si occupa di aiuti umanitari e progetti di sviluppo, ed era stata consulente per l’attivista britannica Sarah Brown (la moglie dell’ex primo ministro Gordon Brown) e per la baronessa Glenys Kinnock, una politica britannica che è stata membro del parlamento europeo per il partito laburista dal 1994 al 2009.

Cox, "uno degli astri nascenti del Partito Laburista" secondo il "Guardian", era la presidentessa del gruppo parlamentare "amici della Siria", di cui fanno parte membri di diversi partiti. Nell’ottobre 2015 Cox scrisse insieme a Andrew Mitchell del Partito Conservatore un articolo che spiegava come l’esercito britannico avrebbe potuto aiutare a trovare una soluzione etica per la guerra in Siria. Nell’autunno 2015 Cox decise però di astenersi nel voto che doveva decidere un eventuale intervento militare in Siria del Regno Unito. Per la sua astensione aveva ricevuto moltissime critiche da attivisti e sostenitori del Partito Laburista.

Cox era stata inizialmente una sostenitrice della candidatura di Jeremy Corbyn a leader del Partito Laburista britannico; poi aveva cambiato idea e votato per Liz Kendall, una candidata dalle posizioni più moderate. In queste settimane era impegnata nella campagna contro il Brexit, per la quale si voterà il prossimo 23 giugno. Era sposata con Brendan Cox, che fino all’anno scorso lavorava per l’organizzazione Save The Children, e aveva due figli.