L'8 marzo del 1669, primo Venerdì di Quaresima, u mungibeddu iniziò a tremare ed una potentissima eruzione distrusse molti paesi dell’Etna.
In poche settimane la lava giunse Catania e coprì il Lago di Nicito, avvolse il Circo Massimo, l' Anfiteatro, il Colosseo, la Naumachia, circondò il Castello Ursino e distrusse gran parte delle mura di Catania poste ad Oriente.
La lava arrivò fino al mare.
Mompilieri, tra Malpasso e Nicolosi, era un borgo formato da 628 persone e 8 chiese, l’ 11 marzo del 1669 fu totalmente distrutto nell'arco di tre ore, una colata lavica incandescente raggiunse l’altezza di 11 metri seppellendo e liquefacendo case e pietre.
Il borgo non fu più ricostruito.
Dopo circa 20 anni dall'eruzione, la gente che viveva precedentemente a Mompilieri, iniziò una serie di scavi per poter ritrovare qualcosa.
Era tutto sotterrato dalla lava.
Durante le ricerche, si presentò una pastorella che disse alla gente del luogo che le era apparsa la Madonna in sogno, e durante l’apparizione disse: "dove troverai un fiore giallo, li sono io".
Iniziarono quindi gli scavi proprio sotto un fiore giallo e, dopo un giorno e mezzo di lavori scoprirono una cavità all’interno della quale c’era l'altare e la statua della Gran Signora Maria delle Grazie intatta e conservata.
In pratica la lava, quando arrivò sulla parete della chiesa, come un trampolino di lancio, la scavalcò, creando una vacuità, una “bolla” dove la Madonna fu conservata intatta!
Si narra inoltre che, dopo il ritrovamento della statua, si voleva portare la Madonna in un altro luogo.
La statua venne caricata su un carro trainato da un bue che, giunto alla Cruci (alcune centinaia di metri a monte del santuario), si rifiutò di camminare.
Si racconta anche che il bue tornò indietro verso il vecchio santuario manifestando così la volontà del Cielo.
La statua non doveva muoversi da Mompilieri!
Di Alessandra Cancarè