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Leo Gullotta, biografia, carriera e curiosità sull’attore, comico, doppiatore e imitatore di origini siciliane. Un talento che ha saputo esprimersi in moltissimi modi. Il grande pubblico l’ha conosciuto in tv, ma ha spaziato in tutti gli ambiti della creatività. Dove è nato, quanti anni ha, la sua vita privata.

Leo Gullotta

Attore e comico, doppiatore e imitatore. Con il suo inconfondibile accento e la sua verve impossibile da imitare, è uno dei maestri dell’intrattenimento in Italia. Salvatore Leopoldo Gullotta, detto Leo, nasce a Catania, il 9 gennaio del 1946, quindi ha 76 anni.

Leo Gullotta l’ultimo di sei figli. La passione per il mondo dello spettacolo lo travolge fin da piccolo: fa la comparsa al Teatro Massimo Bellini del capoluogo etneo.

Intervistato da ArtTribune, ricorda: «Avevo 14 anni. Sono nato in un quartiere popolare di Catania, abitavo in una casa di ringhiera, ultimo di 6 figli di un operaio pasticcere. Però papà e mamma ci hanno fatti crescere con grande dignità. Sono arrivato a teatro per una serie di circostanze e fin da ragazzino mi sono ritrovato in una struttura professionalmente altissima come lo Stabile di Catania».

Vanta una carriera pluridecennale come attore. Recita al cinema e in teatro, in commedie e lavori drammatici. Partecipa a sceneggiati e programmi televisivi. Celebri le sue qualità da doppiatore. È proprio lui, ad esempio, a prestare la voce all’attore Joe Pesci. Matura la sua esperienza esibendosi sui palcoscenici del Campanella, del Carlino, del Puff e de La Chanson.

La sua popolarità cresce negli anni Ottanta. Dal punto di vista televisivo, viene apprezzato insieme alla compagnia del Bagaglino. Realizza molte parodie, tra le quali spicca, per comicità e sagacia, quella della signora Leonida. Un personaggio iconico.

L’attore Leo Gullotta dichiara la sua omossessualità nel 1995. Ha semplicemente risposto a una domanda di un giornalista: «Quando me lo hanno chiesto, io ho risposto “Sì, perché? Mi dica“».

Racconta la sua vita nell’autobiografia “Mille fili d’erba. Ovvero: come vivere felici anche su questa terra“, che esce nel 1998 per Di Renzo Editore. Nel 2010 taglia l’importante traguardo dei cinquant’anni di attività artistica.

 

Dalla tv ai film, una carriera di successi

Nel 2011 produce, insieme a Fabio Grossi, il film-documentario “In arte Lilia Silvi” ideato e diretto da Mimmo Verdesca, che racconta la vita e la carriera dell’ultima diva del cinema dei telefoni bianchi, Lilia Silvi.

Con questo documentario Leo Gullotta vince il “Nastro d’argento 2012” per il Miglior Documentario dedicato al Cinema. Partecipato anche con grande successo alla VI edizione del Festival internazionale del film di Roma, al BIF&ST 2012 e al 30º Valdarno Cinema Fedic dove vince il premio della giuria “Giglio Fiorentino d’argento”.

Nel 2013 produce, sempre insieme a Grossi (il quale ne ha diretto pure la regia) il docufilm “Un sogno in Sicilia“, girato a Catania, che affronta la situazione artistico-occupazionale giovanile del periodo. Lo fa attraverso le esperienze di quattro giovani attori impegnati nell’allestimento shakespeariano andato in scena nel 2012 al Teatro Stabile di Catania.

Film famosi con Leo Gullotta

Tantissimi i film con Leo Gullotta. L’artista catanese dimostra di essere un caratterista comico e drammatico e riceve grandi apprezzamenti da pubblico e critica. Tra gli altri, Nanny Loy lo dirige in “Café Express” (1980), “Testa o croce” (1982) e “Mi manda Picone” (1983), con cui vince il Nastro d’argento al migliore attore non protagonista.

Nel 1989 recita in “Operazione pappagallo” di Marco Di Tillo, e in “Scugnizzi”. Giuseppe Tornatore lo dirige nei film “Il camorrista” (1986), con cui ottiene il David di Donatello per il miglior attore non protagonista, “Nuovo Cinema Paradiso” (1989; premio Oscar al miglior film straniero), “L’uomo delle stelle” (1995), “Baarìa” (2009).

Recita nei film di Maurizio Zaccaro “Il carniere” (1997) e “Un uomo perbene” (1999), che gli valgono altri due David come miglior interprete non protagonista.

Leo Gullotta è presente anche nei film di Ricky Tognazzi “La scorta” (1993) e “Il padre e lo straniero” (2010), nonché nelle commedie “Selvaggi” (1995) e “In questo mondo di ladri” (2004) di Carlo Vanzina.

Spazia in ogni genere, dimostrando il suo enorme talento nel ruolo drammatico di “Vajont” (2001), per la regia di Renzo Martinelli. Questa interpretazione gli vale il Ciak d’oro e il Nastro d’argento al migliore attore non protagonista, oltre a una nuova candidatura al David di Donatello. Lavora con Ficarra e Picone per il cinema ne “L’ora legale” e nella serie di successo su Netflix “Incastrati“.

Spesso Leo Gullotta è stato uno straordinario doppiatore. Tra gli altri, ha dato voce a Burt Young nel film “Rocky”, a Joe Pesci in “C’era una volta in America”, “Moonwalker” e in “Mio cugino Vincenzo”. Ha doppiato anche Roman Polański in “Una pura formalità”.

È sua la voce del computer Edgar nel film “Electric Dreams” e del robot Numero 5 nel film “Corto circuito”. Collabora anche nelle versioni italiane della saga “Scuola di Polizia”, negli episodi III e IV: doppia il personaggio di Zed, interpretato da Bobcat Goldthwait.

Sempre Leo Gullotta presta la voce a Manfred, uno dei protagonisti del cartoon “L’era glaciale”. Dal 2012 diventa doppiatore ufficiale di Woody Allen (dopo che questi per anni è stato doppiato da Oreste Lionello, morto nel 2009). Il primo film in cui lo doppia è “To Rome with Love del 2012”.

Per quanto riguarda la vita privata di Leo Gullotta, l’attore si è unito civilmente nel 2019 con il suo compagno dopo 32 anni di relazione. In un’intervista a Vanity Fair, ha detto: «In mezzo a questa mania di protagonismo, ai cellulari e al fotografarsi, non dobbiamo perdere di vista conquiste importanti come il matrimonio civile per gli omosessuali, che per fortuna è arrivato».

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