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Leo Gullotta si è raccontato in una lunga intervista su La Repubblica. L’attore catanese, 77 anni, vanta una lunga e prestigiosa carriera, tra teatro, cinema e tv, e ha messo insieme i suoi ricordi nel libro “La serietà del comico”, scritto con Andrea Ciaffaroni.

Leo Gullotta si racconta

La prossima stagione Leo Gullotta tornerà in scena con “In ogni vita la pioggia deve cadere”. Nel frattempo, un nuovo libro e tante storie da raccontare, tra vita professionale e privata. Durante la sua lunga carriera, ha riempito i teatri e lavorato con maestri del cinema, da Giuseppe Tornatore a Nanny Loy.

L’intervista su La Repubblica parte proprio dalla vita privata e dai 43 anni d’amore con il compagno Fabio, che ha sposato nel 2019: “Ho vissuto la mia omosessualità con naturalezza. Come è venuta fuori la possibilità delle unioni civili l’ho colta subito. La strada per i diritti è lunga”.

Quella di fare l’attore, non è stata proprio una scelta: “Nel 1955 a Catania, ultimo di sei figli, papà pasticciere, ero un bambino curioso, nato in un quartiere popolare. Mi sono ritrovato nei corridoi del C.U.T, il Centro universitario teatrale, che non c’è più. In fila c’erano ragazzi grandi. Fui ammesso tra i dodici universitari a frequentare questi due mesi di scuola di teatro. Nessun fuoco sacro. Mi hanno chiamato dallo Stabile di Catania. Ci sono rimasto dieci anni, e andavo a scuola”.

Leo Gullotta ricorda la sua famiglia, che l’ha lasciato libero di seguire la carriera artistica: “Papà era fantastico. La domenica andava a trovarlo chi non era pagato, chi non si vedeva riconosciuti i diritti: si batteva per loro e ha portato a Catania la Cgil. Ho conosciuto Turi Ferro, Salvo Randone, Franco Enriquez, Fava, Sciascia. Mi chiedevo: devo stare qua e fare l’insegnante? Papà mi disse: ”Mi darebbe fastidio se a 50 anni facessi un lavoro che non ti piace””.

“Mantieni la libertà del pensiero”

Dalla Sicilia, l’attore è arrivato a Roma, dove non è stato sempre facile. Grazie al talento, però, ce l’ha fatta. Ha lavorato vent’anni con il Bagaglino, accanto a Pier Francesco Pingitore: “La signora Leonida non mi ha tolto niente. Ho sempre preferito una partecipazione straordinaria al ruolo da protagonista in un brutto film”. In platea, tanti politici, sebbene fossero al centro della satira: “C’era la fila, chiedevano tutti dipartecipare, valeva come una campagna elettorale. Il politico ha la faccia di tolla, pur di portarsi a casa qualcosa va ovunque”.

Leo Gullotta

Leo Gullotta

Tra i volti noti, anche Silvio Berlusconi. Gullotta racconta che portava dei cadeau o faceva consegnare dei regali, ma che lui non ne ha mai accettati: “Una piccola scelta di libertà personale, senza suonare i tamburi. La lezione che mi aveva insegnato mio padre: ”Mantieni la libertà del pensiero, quando lo abbandoni sarai sempre complice di qualcosa””.

L’attore siciliano ha dichiarato la sua omosessualità nel 1995. Nel 2012 ha raccontato che non gli hanno affidato il ruolo di don Pino Puglisi, perché omosessuale: “Un funzionario Rai di allora, essendo don Pino Puglisi in dirittura di beatificazione, si preoccupò che il Vaticano — a cui interessava solo la qualità — non volesse un omosessuale. La pochezza di pensiero porta a questo“.

Nel 2019, le nozze: “Vivo meravigliosamente bene con Fabio“. La strada verso i pieni diritti, però, è ancora lunga, ammette Leo Gullotta: “A tutt’oggi con questo governo è offensivo quello che accade dal punto di vista civile e umano. Sposano la linea di Orban, apprezzando di più la vita non concessa all’omosessualità, con la scusa delle mamme che fanno i figli all’estero, raccontando storie incredibili e negando i diritti a bambini che esistono. Dove sta l’umanità di queste persone?”.

Foto: Depositphotos.com.

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