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Massimo Garaffa, l’uomo-orchestra siciliano che ha incantato il pubblico di Rai 1. Martedì 29 ottobre ha partecipato come ignoto n. 2 alla trasmissione “I soliti ignoti – il ritorno”, riscuotendo un grandissimo successo. Ha esordito con un “Buonasera popolo!”, ed è subito partito un applauso, suscitando l’interesse e la simpatia degli spettatori in studio e di oltre sei milioni di spettatori da casa con un mini show di quasi cinque minuti.

Chi è Massimo Garaffa

Trentasette anni, originario di Giarratana ma residente a Ragusa, Giuseppe detto Massimo ha incuriosito il pubblico per il suo “look” fuori dall’ordinario. Capelli a spazzola, sorriso smagliante che buca lo schermo, abbigliato da antico cantastorie siciliano con tanto di fazzoletto rosso annodato al collo, Giuseppe è stato identificato immediatamente dal concorrente in gara come l’uomo orchestra siciliano. Non era difficile, visto che indossava anche una ginocchiera con tamburelli.

Massimo ha regalato una divertentissima esibizione, indossando il suo MusicArredo, un marchingegno da lui inventato e assemblato che gli consente di suonare simultaneamente ben undici strumenti. Dal campanello della reception alla sampugna siciliana, dalla trombetta alla chitarra, fino al cestello a pedale. E prossimamente si aggiungeranno anche i piatti da suonare con le gambe. Sulle note di “Vitti na crozza” e al ritmo di tarantella, il “Bob Dylan de “I soliti ignoti” (così lo ha ribattezzato Amadeus) ha contagiato il pubblico con l’entusiasmo, il brio, l’allegria e la simpatia della sua musica. Un inno alla sicilianità, un omaggio all’isola del sole.

Massimo Garaffa, del resto, non è nuovo alle esibizioni televisive. Nel maggio 2018 è stato già ospite di Carlo Conti a “La Corrida”, sempre su Rai Uno. E di tanto in tanto fa capolino su Blob (Rai Tre). È anche figlio d’arte, dato che il padre – anche lui appassionato di musica – nel 1992 partecipò a “La Corrida” di Corrado e si classificò secondo. Polistrumentista, cantante e cantautore, Massimo Garaffa, ha iniziato a suonare a dodici anni da autodidatta.

Prima con la chitarra elettrica. Poi è passato al basso elettrico e al contrabbasso. Lo scorso marzo ha inciso il suo primo album, “Ballo Basilico”, interamente autoprodotto, con dieci tracce frizzanti e divertenti dove il folk siciliano incontra un ritmo rockeggiante.

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