Sei su Telegram? Ti piacciono le nostre notizie? Segui il canale di SiciliaFan! Iscriviti, cliccando qui!
UNISCITI

La Corte d'Appello di Milano ha dato ragione a Milo Infante, giornalista e conduttore Rai che l'azienda avrebbe punito ingiustamente con "la dequalificazione professionale subita dal 1 settembre 2011 al 31 marzo 2012". Come riporta "Il Fatto Quotidiano", la Rai è stata condannata al risarcimento danni e "ad assegnare all’appellante mansioni compatibili con la sua professionalità". Il caso di Milo Infante risale ai tempi in cui conduceva il programma di infotainment "L'Italia sul 2", con Lorena Bianchetti.

Roberto Milone, allora vicedirettore di Rai 2, all'epoca avrebbe stilato una lunga lista di ospiti che non avrebbero mai dovuto essere invitati: tra loro ci sarebbero Marco Travaglio, Peter Gomez e i giornalisti del Fatto Quotidiano, Alessandro Sallusti e i cronisti del Giornale, Maurizio Belpietro e i giornalisti di Libero, Massimo Fini, Carlo Rienzi del Codacons, Riccardo Bocca dell’Espresso, don Gino Rigoldi, Massimo Giletti e Bruno Vespa. In compenso, durante la trasmissione intervenivano spesso membri della casa editrice e comunità religiosa "Nuovi Orizzonti",che aveva pubblicato il libro di Roberto Milone "Per trenta denari".

Infante avrebbe deciso dunque di segnalare la cosa all’allora direttore di Rai 2 Pasquale D’Alessandro e al direttore generale Lorenza Lei, atto che gli sarebbe costato caro: la posizione di Infante all'interno del programma venne ridimensionata, tanto che il giornalista da quel momento si occupò solo di brevi spazi dedicati ai reality show, lasciando il resto del lavoro in mano alla Bianchetti. Pare inoltre che Infante avesse segnalato ai vertici della Rai anche la presenza di trasferte anomale, altro motivo che potrebbe spiegare il suo demansionamento e la successiva cancellazione di "L'Italia sul 2".

Si tratta peraltro della seconda vittoria per il giornalista. Nel luglio 2014 un altro giudice aveva accertato che per due anni, dal maggio 2012 al maggio 2014, Infante era stato lasciato senza incarico, pur percependo un regolare stipendio. Anche in quel caso la corte aveva stabilito un risarcimento economico e un reintegro. A questo punto Infante ha chiesto l'intervento di un terzo giudice per rendere esecutive le due sentenze precedenti. Risultato? Probabile un suo ritorno in tv.