Sotto la superficie della Sicilia, nascosta tra le pieghe della sua geografia e del suo passato minerario, c’è una miniera di sale, che custodisce silenziosamente un frammento di cinema internazionale.
È qui, in uno scenario tanto surreale quanto reale, che Joshua Oppenheimer ha girato “The End“, il suo attesissimo film post-apocalittico in uscita nelle sale italiane dal 3 luglio.
La pellicola racconta la fine del mondo vista da dentro un bunker sotterraneo, arredato come una dimora di lusso. Un luogo claustrofobico e senza tempo, dove sette personaggi lottano per preservare un’apparenza di normalità, mentre fuori, la civiltà è al collasso.
Un set naturale unico: dove si trova la miniera di sale in Sicilia
Il vero protagonista invisibile del film è proprio il luogo in cui è stato girato. Non si tratta di un set ricostruito in studio, ma della miniera di Sale di Raffo, una frazione di Petralia Soprana, in provincia di Palermo, trasformata per l’occasione in un rifugio per l’élite.
La miniera oggi ancora attiva, è un luogo straordinario per caratteristiche geologiche e storia. Si è formata oltre sei milioni di anni fa, in seguito al prosciugamento del Mar Mediterraneo e a rari eventi geologici.
Al suo interno si estrae salgemma purissimo, e il suo fascino non è solo industriale: è sede, per concessione della Società Italkali, del MACSS – Museo di Arte Contemporanea Sotto Sale. Unico nel suo genere, è l’unico museo di arte contemporanea al mondo allestito dentro una miniera in attività.
Le pareti naturali di sale, le profondità labirintiche e l’assenza di luce naturale hanno fornito un’ambientazione autentica e potente, capace di amplificare il senso di isolamento e tensione che pervade ogni scena.
Questa scelta non è solo estetica, ma anche narrativa: il sale è simbolo di conservazione, di ciò che rimane dopo che tutto il resto è svanito. Ambientare “The End” in una miniera di sale come questa conferisce al film una forza visiva e metaforica che pochi luoghi al mondo avrebbero potuto offrire.
Sicilia, terra di cinema e contrasti
“The End” dimostra ancora una volta come la Sicilia, con la sua geografia estrema e la sua storia stratificata, possa diventare teatro ideale per racconti universali.
La miniera di sale, normalmente esclusa dal turismo di massa, viene ora riscoperta come spazio espressivo straordinario, capace di ospitare storie che parlano al mondo intero.
Joshua Oppenheimer firma così un’opera disturbante e affascinante, dove la fine del mondo assume forme intime e psicologiche. E la Sicilia, silenziosa e potente, ne è il cuore sotterraneo.