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Il sostituto procuratore di Catania, Alfio Fragalà, ha iscritto formalmente nel registro degli indagati per omicidio colposo Emilia Limone, uno dei due medici in servizio al pronto soccorso dell’ospedale di Acireale, mercoledì scorso, quando è deceduto il 48enne Antonino Gulisano. Si tratta di un atto dovuto: l'obiettivo è compiere tutti gli accertamenti necessari per determinare cosa non abbia funzionato e se ci siano responsabilità nel decesso.

Oggi la Procura conferirà un incarico a un consulente per compiere l’autopsia. Durante l’esame sarà presente anche Pietro Piccirillo, medico legale nominato dal difensore di fiducia della famiglia Enzo Iofrida. Oltre a determinare l’esatta causa della morte, l’autopsia chiarirà se un intervento tempestivo avrebbe potuto salvare la vita di Gulisano.

L’uomo, trasportato in ambulanza intorno alle 14.30 con dolori al petto e formicolio al braccio sinistro, chiari sintomi di un principio d’infarto, sarebbe rimasto al pronto soccorso senza adeguata cura per quasi tre ore. È deceduto alle 17.56, quando stava per essere sottoposto ad elettrocardiogramma. "Ho fiducia nell’operato della magistratura, lo sono meno della politica per le condizioni in cui è ridotta la sanità. Un pronto soccorso, lo dice la stessa parola, dovrebbe soccorrere prontamente. Mio fratello aveva bisogno di un elettrocardiogramma, lo si è capito subito, ma l’ambulanza era priva di medico a bordo e di strumentazione adeguata. Voglio capire perché dal suo arrivo in ospedale e fino al suo decesso non sia stato sottoposto a esame. Non cerco capri espiatori, né vendetta. Da un lato voglio giustizia per mio fratello, dall’altro voglio che non accadano più cose simili. Peraltro devo registrare in questa fase l’assordante silenzio dell’assessorato regionale della Salute", dichiara a "LiveSicilia" Sebastiano Gulisano, fratello di Antonino.

Intanto anche l’Asp di Catania, che giovedì aveva avviato le verifiche interne, ha adottato il primo provvedimento, sospendendo al momento uno dei medici in servizio mercoledì scorso. "Abbiamo preso il provvedimento prima di conoscere gli sviluppi dell’inchiesta aperta dalla magistratura, al termine della nostra indagine interna. Lo abbiamo fatto anche per sottrarre il medico dall’inevitabile pressione mediatica di questi giorni", conferma il direttore sanitario dell’azienda Franco Luca.