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Yara, una bambina di appena 9 mesi, a quanto pare è stata uccisa. Dapprima scossa violentemente, forse perché piangeva, e infine sbattuta contro un muro, il che le ha provocato un arresto cardiaco. La piccola, originaria di San Martino di Lupari, in provincia di Padova, era ultima di tre sorelline di una famiglia mista composta da padre tunisino e mamma moldava. Quanto stabilito dai medici legali Raffaele De Caro e Andrea Porzionato, gli esperti che per conto del pubblico ministero Roberto Piccione hanno svolto l’autopsia sul corpicino, è da brividi.

Per la sua morte, avvenuta in ospedale a Padova il 30 settembre 2016, l‘unico indagato resta il cugino 26enne a cui i genitori l'avevano affidata per poter fare delle commissioni, scrive la stampa locale. Secondo gli inquirenti non c'è dubbio che la piccola sia morta per politraumi da scuotimento avvenuti proprio durante l'assenza dei genitori e mentre era affidata alle cure del giovane. Era infatti il pomeriggio del primo settembre 2016 quando il 26enne avvertì che la bimba non stava bene, parlando di un rigurgito di latte. La bimba, accompagnata in ospedale, però entrò in coma e morì un mese dopo.

Per i medici fu subito evidente la presenza di traumi da scuotimento e partirono le indagini che ora, a un anno di distanza, hanno portato a un avviso di garanzia per l'uomo con l’accusa di omicidio volontario aggravato dal fatto che la vittima sia un minore e che quel minore fosse sotto la sua custodia. Per gli esperti le vie respiratorie della bambina non erano ostruite e quindi non c’era alcun bisogno che venisse scossa e sono esclusi anche i segni di una caduta fortuita, mentre sono presenti segni ed ematomi che indicano come sia stata sbattuta contro una parete.