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Paolo, un giovane milanese nero, era convinto che avrebbe lavorato per tutta l'estate a Cervia, in Emilia-Romagna. Aveva ricevuto l'ok per l'assunzione e doveva soltanto inviare i documenti alla struttura alberghiera. Poi capita l'inaspettato: "Mi dispiace, ma non posso mettere ragazzi di colore in sala. Qui in Romagna la gente è molto indietro con mentalità. Scusami ma non posso farti venire giù, ciao", gli ha scritto in un messaggio il gestore.

E adesso i sindacati annunciano battaglia, scrive la stampa locale. "Siamo di fronte a un evidente caso di discriminazione razziale. A un danno patrimoniale per avere perso la stagione lavorativa si somma l’umiliazione e la profonda ingiustizia di cui si è vittima. Siamo certi che la Romagna saprà distinguersi dall’inaccettabile connotazione riservatale dall’albergatore", dicono dalla Cgil, che si è interessata alla vicenda. La vicenda risale al 18 giugno, ma la famiglia del giovane, che nel curriculum vanta diverse esperienze in questo settore specifico, vuole andare in fondo per avere giustizia.