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Nella prima puntata di Noos, il nuovo programma di Alberto Angela che ha raccolto il testimone di Superquark, l’intervista ad Harrison Ford nella splendida cornice di Taormina. L’attore è protagonista del quinto capitolo della saga di Indiana Jones, “Il quadrante del destino”.

Alberto Angela intervista Harrison Ford

“Il bello dell’avventura e della conoscenza è scoprire cose e mondi nuovi, ma per questo bisogna avere coraggio ed essere curiosi”. Esordisce così, Alberto Angela, nel presentare l’intervista ad Harrison Ford: “Noi, qui, nella splendida scenografia naturale di Taormina, incontriamo chi è riuscito a dare vita alla figura dell’archeologo più avventuroso, nella nostra mente e nei nostri cuori”.

L’archeologo più avventuroso, naturalmente, è Indiana Jones. Il conduttore ha chiesto a Ford se da piccolo sognasse di dedicarsi a questo mestiere: “Ho visitato musei bellissimi, avendo modo di vedere molta arte. Ero affascinato da ciò che veniva dal passato e non credevo che fosse sopravvissuto”, ha risposto.

Nelle sue tante avventure, il personaggio viaggia nel tempo: Alberto Angela ha dunque chiesto all’attore in quale epoca gli piacerebbe tornare. “Il passato ci dà indizi su come agire nel presente e nel futuro. Ci sono lezioni del passato che ci aiutano a capire il presente. Io tornerei ai tempi di Abramo Lincoln, il presidente che ha unificato gli Stati Uniti e ha abolito la schiavitù, una persona che è stato il punto più alto della nostra storia, il migliore presidente della nostra democrazia. E servirebbe anche per i problemi che abbiamo adesso”.

Alberto Angela ed Harrison Ford

Alberto Angela ed Harrison Ford

Nel nuovo film Indiana Jones e il Quadrante del Destino, l’archeologo dovrebbe andare in pensione, ma la pensione non è ancora nei progetti di Harrison Ford: “Voglio sognare ancora! Sogno di realizzare lavori migliori, sogno cose che riguardano il lavoro, grande idee grandi cose. Non ho alcuna intenzione di andare in pensione, tutto quello che volevo fare nella vita era vivere come un attore. È un lavoro fantastico”.

“È come vivere molte, moltissime vite, studiando i personaggi ho conosciuto aspetti della storia e un mondo che non avevo mai immaginato. Ho imparato anche che la gente che recita ha bisogno di ”vecchi” come me. Sono stato giovane ma adesso sono vecchio e sono contento di esserlo”. Quindi ha aggiunto: “Con l’età ho guadagnato umiltà, rispetto per la natura, per l’umanità, per tutto questo. Se devo stare qui, sono felice di aver vissuto”.

In ultimo, il conduttore ha chiesto all’attore, che si è appassionato al volo, se sia più difficile essere pilota o attore: “Se sei un pilota o un attore, devi prendere decisioni diverse. Difficile fare un paragone, però del volo mi piace la libertà. Essere lassù e vedere la terza dimensione e volare come un uccello. Una cosa che mi ha insegnato il volo è che c’è una grande responsabilità: mi piace questo misto tra essere libero e responsabile. È simile al cinema: non raggiungi la libertà se non ti sei assunto la responsabilità di essere utile nel raccontare una storia. Fino a 52 anni avevo solo imparato a fare film, volevo reinventare la mia vita, rendermi utile, indirizzare me stesso verso qualcosa di nuovo”.

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