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Quale olio viene utilizzato nei ristoranti italiani? A rispondere alla domanda è un'indagine di Coldiretti, che purtroppo non ha dato risultati molto positivi. È emerso che 3 contenitori di olio su 4 sono fuorilegge, perché non rispettano l'obbligo del tappo antirabbocco entrato in vigore quasi due anni fa. Secondo l'indagine condotta da www.coldiretti.it, nel 33% dei casi sulla tavola del ristorante c'è un'oliera senza alcuna indicazione sul contenuti, nel 43% dei casi una bottiglia di olio con etichetta ma anche con il tappo che permette il rabbocco e solo nel 24% dei casi una bottiglia di olio con etichetta e tappo a norma di legge. 

Gli oli di oliva vergini proposti in confezioni nei pubblici esercizi, fatti salvi gli usi di cucina e di preparazione dei pasti, devono essere presentati – sottolinea la Coldiretti – in contenitori etichettati conformemente alla normativa vigente, forniti di idoneo dispositivo di chiusura in modo che il contenuto non possa essere modificato senza che la confezione sia aperta o alterata e provvisti di un sistema di protezione che non ne permetta il riutilizzo dopo l'esaurimento del contenuto originale indicato nell'etichetta.

Tra le frodi più comuni – precisa la Coldiretti – ci sono la vendita di olio straniero come Made in Italy ma diffuso è anche il confezionamento di olio di semi che viene adulterato e spacciato come extravergine, ma non mancano neppure gli inganni in etichetta con indicazioni false o ingannevoli che riguardano anche la ristorazione.