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Pippo Baudo ricorda Silvio Berlusconi. Il conduttore siciliano, che ha conosciuto bene il Cavaliere, ricorda il loro primo incontro, l’arrivo nelle sue reti televisive e il momento in cui decise di tornare alla Rai: ecco cosa ha detto.

Pippo Baudo, il primo incontro con Silvio Berlusconi

Correva l’anno 1987 quando Berlusconi convinse Pippo Baudo a lasciare la Rai, per firmare un contratto in esclusiva con l’allora Fininvest, che prevedeva 50 miliardi di lire per 5 anni. Il conduttore ricorda bene – sul Corriere della Sera – il loro primo incontro: “Lui si era innamorato di me. Si innamorava spesso delle persone e quando si innamorava le corteggiava in modo incessante. Mi volle conoscere, andai a incontralo ad Arcore e mi disse che mi voleva come direttore artistico delle sue reti. Io tentennavo perché lui aveva Mike Bongiorno, ma mi tranquillizzò dicendomi che lo aveva fatto presidente. A quel punto accettai”.

Baudo accettò ma, nel gennaio del 1988, decise di rescindere l’esclusiva, anche a costo di una forte penale e dell’inattività di un anno (come previsto dal contratto: “Andai da Berlusconi a dirgli che volevo andarmene e lui mi rispose che non poteva fare brutta figura nei confronti dei suoi, che dovevo pagargli una penale come risarcimento. Lui sapeva tutto di me, sapeva che non avevo tutti quei soldi e allora mi chiese di cedergli un palazzo di mia proprietà che gli stava molto a cuore”.

Pippo Baudo

Pippo Baudo – Depositphotos.com.

“Io ormai mi ero fissato, volevo andarmene e gli dissi che andava bene, che ci saremo rivisti più avanti per firmare. Lui mi stoppò: firmiamo subito. Aprì una porta ed entrò un notaio. Aveva previsto tutto”, aggiunge Pippo Baudo. “Eh sì, mi ha fregato. Io volevo trattare, ma sull’atto c’era già scritto tutto, anche le particelle catastali. In quella palazzina di fronte alla Fao ci mandarono il Tg5. Enrico Mentana la chiamava Palazzo Baudo“.

Dall’alto della sua grande esperienza, il conduttore di Militello Val di Catania ha vissuto in prima persona un periodo di grande evoluzione per la tv italiana: “La Rai del monopolio si sentiva imbattibile, la vulgata era che il fenomeno sarebbe finito nel nulla. E invece poi la tv pubblica dovette misurarsi con la concorrenza e fu un bene. Le tv di Berlusconi hanno spronato la Rai a cambiare pelle, ad essere più attenta alle esigenze del pubblico”. E conclude: “Berlusconi rappresentava il Paese di allora e quello che è venuto dopo. Tutto questo danno non penso assolutamente che l’abbia combinato”.

Foto: Depositphotos.com.

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