Roy Paci, un talento siculo DOC, racconta il suo rapporto con la Sicilia e i siciliani: “Avevo bisogno di confrontarmi con il resto del mondo, ma non mi sono mai immaginato di scappare dalla mia terra”.
La Sicilia di Roy Paci
Originario di Augusta, in provincia di Siracusa, Roy Paci non ha mai perso il legame con la sua terra. È partito da qui, inseguendo il suo sogno: una “fuga” necessaria, che gli aperto le porte di un successo internazionale con un destino che, in ogni caso, l’ha poi riportato al punto di partenza: “Sono tornato in Sicilia – racconta in un’intervista a La Sicilia – da cinque anni dopo aver vissuto per tantissimo tempo altrove. Sono andato via a 19 anni non perché, come dicono tanti, bisogna fuggire. (…). Avevo bisogno di confrontarmi con il resto del mondo, ma non mi sono mai immaginato di scappare dalla mia terra. Me la sono sempre portata dentro. E sono sempre tornato”.
Paci aggiunge: “Il Mediterraneo per me è un continente a parte. I popoli che vi si affacciano hanno tracciato una storia bellissima, una narrazione infinita. Un siciliano deve sentirsi orgoglioso di questa parte di mondo che tutti ci invidiano”.
Il musicista mette in evidenza luci e ombre della sua terra, spiegando perché non sappiamo vivere “di questo tesoro”: “Non ce ne rendiamo conto. (…). Ci piangiamo addosso sempre. Abbiamo un mare stupendo, Lampedusa è stata la migliore spiaggia del mondo nelle classifiche. Già il turismo potrebbe soddisfare il bisogno dei siciliani. Io farei pagare un pedaggio per venire in Sicilia, altro che Ponte! Bisogna salvaguardare la nostra ricchezza, la bellezza del nostro paesaggio”.
Proprio in Sicilia, il 13 agosto, Roy Paci suonerà nella sua Augusta: “Sono emozionato e felice. Ho sempre amato Augusta. Sarà l’unica occasione per far assistere al mio concerto Pina & Tanino, i miei genitori oramai anziani che da tempo avevano rinunciato alle trasferte”.