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Nonostante gli incendi che hanno messo a ferro e fuoco l’intera isola e gli aeroporti in tilt, il turismo in Sicilia continua a mostrare numeri da record. L’isola è, infatti, tra le prime sei regioni d’Italia per le destinazioni per le lunghe vacanze (periodo superiore a 4 giorni), meta prediletta dei turisti stranieri.

La Sicilia, con la sua esplosione di colori, profumi e tradizioni, continua ad affascinare e incantare i turisti provenienti da ogni angolo di mondo – tanti anche i vip che negli ultimi mesi sono sbarcati sull’isola – e questo ha un effetto trainante anche sulla domanda di lavoro da parte delle imprese.

Secondo un’indagine condotta dall’Osservatorio economico di Confartigianato Sicilia, oltre al boom di presenze straniere, nei tre mesi estivi compresi tra luglio a settembre, si stimano nell’isola quasi 80 mila assunzioni, di cui 20 mila solo nel settore turistico.

Un netto rialzo nel settore rispetto al periodo pandemico, che coinvolge ben 16 mila imprese artigiane del nostro territorio.

“Il turismo è una grande risorsa per l’economia dell’Isola”

Come sottolinea Daniele La Porta, presidente di Confartigianato Sicilia, “le imprese siciliane che operano a più titoli nel turismo sono una grande risorsa per l’economia della nostra isola. Le presenze nel nostro territorio sono altissime e dopo la sofferenza del periodo covid, siamo tornati a crescere. Il turismo segna cifre importanti, testimoniando una significativa ripresa del settore e sono 16 mila le imprese artigiane operanti in attività interessate dalla domanda turistica”.

Si tratta di numeri importanti che impongono una seria riflessione della politica, che secondo il presidente di Confartigianato Sicilia, deve mettere “al centro della propria agenda questo tessuto produttivo”  e fare “prevenzione affinché quello che è accaduto in questi giorni con l’emergenza incendi non metta in ginocchio proprio quelle imprese che muovono l’economia del nostro territorio”, così come gioielli artistici e architettonici dal valore inestimabile come il Parco archeologico di Segesta o la Chiesa di Santa Maria di Gesù a Palermo.

In base al report di Confartigianto i settori coinvolti sono quelli del “trasporto persone, di artigianato artistico, abbigliamento, centri benessere, oltre che di ristoranti e pizzerie, bar, caffè e pasticcerie” e soprattutto il “comparto dell’agroalimentare, che conta 5.303 imprese sull’Isola che producono cibo e bevande, la cui qualità è motore di attrazione per i turisti stranieri”.

Le presenze turistiche in Sicilia

Turisti a Taormina

Turisti vicino la Chiesa di San Giuseppe a Taormina

Secondo gli ultimi dati Istat sul movimento dei clienti negli esercizi ricettivi relativi al 2022 in Sicilia il numero di presenze turistiche (notti trascorse nelle strutture turistiche) è pari a 14.783.156 ed è in fase di riassestamento e recupero, rispetto a quello raggiunto pre-pandemia, nel 2019.

In rialzo anche i pernottamenti nell’ultimo anno. Nel 2022 rispetto al 2021, si è registrato un +52,6%, percentuale ancora al di sotto del -2,2% rispetto alle oltre 15 mila presenze registrate nel 2019. Dinamica quest’ultima che seppur negativa risulta più limitata rispetto al valore nazionale (-5,5%).

A crescere nell’ultimo anno è soprattutto la clientela straniera. Si registra, infatti, un +137,5% nel 2022 sul 2021, slancio significativo, anche se questo dato non consente di superare le presenze straniere del 2019 (-15,8%).

Nonostante ciò, la componente straniera nel 2022 sta tornando a rappresentare una quota significativa del turismo in regione (precisamente il 43,5% nel 2022, 27,9% nel 2021 e 50,5% nel 2019).

Fatta eccezione per Caltanissetta che registra una dinamica negativa (-1,4%), in tutte le altre province dell’Isola si assiste a una progressiva crescita di presenze, anche se rispetto al 2019 è aumentato anche il gap territoriale.

Il recupero dei livelli pre pandemia è avvenuto ad Agrigento (+12,5%) dove si concentrano l’8,6% delle presenze turistiche, a Palermo (+6,8%) dove si concentrano il 24,0% delle presenze e Messina (+4,6%) dove si concentrano il 24,6% delle presenze.

Al contrario per le altre 6 province le presenze restano inferiori a quelle pre-pandemia, con maggiori difficoltà nel recupero per Caltanissetta (-24,6%) con l’1,2% delle presenze turistiche, Enna (-18,4%) con lo 0,7% delle presenze turistiche, Trapani (-13,3%) con il 13,3% delle presenze turistiche, Siracusa (-12,6%) con l’8,1% delle presenze turistiche e Catania (-11,6%) con il 12,9% delle presenze turistiche.

La spesa di turisti stranieri nell’Isola nel 2022 si aggira intorno agli 1,8 miliardi di euro, in crescita rispetto all’anno precedente (+1.158 milioni di euro, pari al +184,2%).

Anche questo rialzo non riesce però a colmare l’ammontare di spesa registrato nel 2019 (-139 milioni di euro, pari al -7,2%) e va comunque correlato all’inflazione dei prezzi al consumo che in Sicilia nel 2022 è stata pari al +9,7%.

Le imprese artigiane coinvolte

Le imprese artigiane siciliane che operano in attività interessate dalla domanda turistica sono complessivamente 16.266, pari al 22,4% dell’artigianato totale e impiegano 37.313 addetti.

L’agroalimentare, con le sue 5.303 imprese sull’Isola (32,6%), è il settore trainante. A seguire ci sono le 3.637 imprese delle altre attività manifatturiere e dei servizi (22,4%) che includono attività dell’artigianato, quali la produzione di gioielleria e bigiotteria, ceramica e vetro e cornici, lavorazione artistiche del marmo, del ferro, del rame e dei metalli, la fotografia, cure per animali domestici e servizi alle persone come, ad esempio, centri benessere e palestre.

Ci sono poi i 2.935 ristoranti e pizzerie (18,0%) che insieme a 1.513 bar, caffè e pasticcerie (9,3%) mettono a disposizione dei turisti i prodotti di qualità realizzati dalle imprese del territorio.

Infine, troviamo le imprese del trasporto persone, circa 1.679 unità (10,3%) e quelle dell’abbigliamento e calzature, circa 1.125, il 6,9% del totale.

Foto da depositphotos.com

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