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Sono passati due mesi dal giorno dei drammatici attentati di Bruxelles: tra le vittime c'era anche Patricia Rizzo, funzionaria italiana dell'agenzia europea per la ricerca, di origini siciliane. I genitori, Gaetano Rizzo e Salvatrice Leonora, ogni giorno portano i fiori sulla tomba della loro unica figlia, che si trova a Wavre, paesino a 20 minuti dalla capitale europea dove vivono i coniugi siciliani, nati nell'Ennese. Nonostante siano passati già due mesi, i parenti di Patricia sanno poco o nulla di quanto è accaduto e chiedono risposte attraverso le pagine di Repubblica: "Avevamo pensato di goderci la nostra pensione in Sicilia – spiegano – adesso aspetteremo i tempi lenti della giustizia". Pochi giorni fa i coniugi sono stati ricevuti dal Re Filippo del Belgio, nel palazzo reale. 

"Ho detto al Re che bisogna riflettere perché questo paese ospita anche terroristi", racconta Gaetano. Quasi tutti i giorni l'ambasciatore italiano in Belgio, Vincenzo Grassi, telefona ai genitori di Patricia. "Il supporto psicologico e la vicinanza delle istituzioni non è mancato, ma vogliamo delle risposte. Non sappiamo nulla delle dinamiche in cui è morta nostra figlia. Non abbiamo visto una foto, un frammento di video. E nel certificato di morte che abbiamo ricevuto dal comune di Bruxelles non compare da nessuna parte la parola attentato. Come se Patricia fosse morta in un normalissimo incidente". Anche per quanto riguarda un risarcimento per i familiari delle vittime della strage di Bruxelles non ci sono certezze: "Non ne sappiamo nulla, ma se dovesse esserci lo accetterei, non per me, ma per mio nipote Jonathan: è lui oggi la speranza di questa famiglia".