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01Il Museo Archeologico Regionale “Paolo Orsi” contiene diversi reperti della storia archeologica siciliana. La sua nascita è stata sancita dal decreto regio del 17 giugno del 1878, ed è sito presso la città di Siracusa.

L’edificio ospita una delle più importanti collezioni museali d’Europa; nacque tra le mura dell’antico Museo del Seminario, poi Museo Civico presso l'Arcivescovado. Nel 1886 venne inaugurato con il nuovo titolo di Museo Archeologico Nazionale di Siracusa, sito in piazza del Duomo.
È intitolato all’archeologo roveretano Paolo Orsi, che dal 1895 al 1934 ne assunse il comando in qualità di Direttore. Orsi si impegnò strenuamente nella promozione di molti scavi che hanno portato alla luce molteplici reperti storici della Sicilia Antica.
La struttura del museo crebbe e si arricchì così velocemente, che si ritenne necessario ampliarla, ricavandone un nuovo spazio presso il giardino di Villa Landolina, dimora nobiliare della fine dell’Ottocento. I nuovi locali sono stati ricavati dall’architetto Franco Minissi e inaugurati nel 1988. I due piani espostivi di 9.000 m2, sono stai affiancati, nel 2006, da un nuovo piano (superiore), dedicato all’Età Classica; mentre nel 2014, nuovi lavori hanno consentito l’esposizione del cosiddetto Sarcofago di Adelfia, e di altri reperti rinvenuti presso le catacombe di Siracusa.

Le mura del museo custodiscono i resti portati alla luce nei dintorni della città e presso gli scavi di altri siti della Sicilia: essi coprono un arco di tempo che va dalla Preistoria a quello Greco-Romano; da segnalare, sono le rocce e i fossili esposti presso il settore A, accompagnati da cenni storici sulle caratteristiche geologiche della zona del Mediterraneo e dei Monti Iblei, a testimonianza della morfologia della Sicilia del Quaternario.
Nel settore B prendono posto elementi ritrovati presso le colonie greche di Sicilia; di rilievo sono una statua marmorea di Kouros degli inizi del V secolo a.C. proveniente dagli scavi attuati presso Leontinoi (Lentini) e priva della testa, e la kourotrophos, una statua femminile acefala di Megara Hyblaea, nell’atto di allattare al seno due gemelli. Sempre a Megara Hyblaea, appartengono le statuette votive di Demetra e Kore e una Gorgone. Da segnalare inoltre una testa di Augusto, proveniente da Centuripe.

Nel settore C sono esposti i reperti appartenenti alle sub-colonie di Akrai, Kasmenai, Camarina, ed Eloro, e quelli portati alla luce presso i siti archeologici di Gela, Agrigento, e altre città della Regione.
Nel settore D, sito al primo piano, sono stati sistemati il Sarcofago di Adelfia, la celebre Venere Anadiomene o Venere Landolina, copia romana in marmo di uno storico simulacro greco del I secolo a.C., proveniente dagli scavi di Siracusa, e una selezione di monete appartenenti al gabinetto numismatico di piazza Duomo.
All’esterno dell’edificio si apre il parco che accoglie alcuni reperti di epoca ellenistica e romana, e la tomba del poeta tedesco August von Platen, morto a Siracusa il 5 dicembre 1835.

Autore | Enrica Bartalotta